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“Alba Chiara”, 21 condanne e un`unica assoluzione

Ventuno condanne, una sola assoluzione e oltre un secolo di carcere con pene variabili dai 2 ai 14 anni: sono questi i numeri della sentenza che la Corte d`A ppello di Reggio Calabria ha emesso oggi…

Pubblicato il: 18/04/2013 – 15:13
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“Alba Chiara”, 21 condanne e un`unica assoluzione

Ventuno condanne, una sola assoluzione e oltre un secolo di carcere con pene variabili dai 2 ai 14 anni: sono questi i numeri della sentenza che la Corte d`A ppello di Reggio Calabria ha emesso oggi, a conclusione del secondo grado di giudizio abbreviato del processo “Alba Chiara”, che vedeva alla sbarra 22 affiliati al clan dei rom, responsabile del traffico e dello smercio di droga tra la Piana di Gioia, Crotone e alcuni centri del catanzarese.
Nonostante una parziale riforma delle condanne di primo grado, risulta confermato in pieno l`impianto investigativo costruito in primo grado dal pm Giuseppe Bontempo, che aveva indotto il gup Andrea Esposito a infliggere 192 anni di carcere complessivi. Condanne che in Appello il pg Francesco Mollace aveva chiesto alla Corte, presieduta da Giuliana Campagna, di confermare in pieno.
Passa invece da 20 a 14 anni, un mese e dieci giorni la condanna inflitta a Damiano e Antonio Bevilacqua, ritenuti i capi dell`organizzazione, da 8 anni e sei mesi di reclusione a 4 anni, un mese e 10 giorni, la pena inflitta a Salvatore Albanese, mentre dovrà scontare i 10 anni inflittigli in primo grado Armando Berlingieri, per il quale la Corte ha disposto la conferma della sentenza e il pagamento delle spese dell`ulteriore grado di giudizio.
Condanna di primo grado confermata anche per Carmine Bevilacqua, che dietro le sbarre dovrà stare 7 anni e quattro mesi, mentre si riducono a 4 anni, 10 mesi e venti giorni, gli 8 anni inflitti in primo grado a Cosimo Bevilacqua. Una riduzione di pena arriva anche per Domenico Bevilacqua, condannato a 7 anni e quattro mesi in primo grado e a 4 anni, 9 mesi e 10 giorni, nonché al pagamento di 17.534 euro di multa, in Appello, così come per Enzo Bevilacqua, condannato in primo grado a 5 anni e quattro mesi e a 4 anni, cinque mesi e dieci giorni, nonché al pagamento di 18.134 euro di multa in secondo grado.
Risulta più che dimezzata invece la pena per Fiore Bevilacqua, che passa da 5 anni e quattro mesi a due anni, 9 mesi e dieci giorni, mentre per Francesco Bevilacqua, la condanna passa da 4 anni e otto mesi a 2 anni e otto mesi.
Gli 8 anni inflitti a Loredana Bevilacqua, nella sentenza della Corte d`appello di Reggio Calabria, diventano 5 anni, due mesi e 20 giorni, mentre beneficia di una riduzione di pena superiore ai due anni Roberto Bevilacqua, che passa da 10 a 7 anni e 8 mesi di reclusione.
Viene ridotta da 15 a 9 anni, 3 mesi e 20 giorni di reclusione la pena inflitta a Nicolino Condello, mentre Saverio De Salvo passa da 6 anni di reclusione a 4 anni, sei mesi e 18.267 euro di multa.
Riduzioni di pena sono arrivate anche per Armando Passalacqua, che passa da 7 anni e quattro mesi a 5 anni, 1 mese e 10 giorni, mentre gli 8 anni inflitti in primo grado a Cosimo Passalacqua, diventano 5 anni, 5 mesi e 10 giorni, con in aggiunta 19.334 euro di multa.
Passa da 5 anni e quattro mesi a 2 anni, otto mesi e 2.800 euro di multa la pena inflitta a Giuseppe Passalacqua, mentre è di 5 anni, due mesi e venti giorni  – a fronte degli 8 comminati in primo grado – il periodo di carcerazione che Leonardo Passalacqua dovrà scontare.
Pene ridotte, infine, anche per Nicola Bevilacqua, condannato in primo grado a 6 anni, e in Appello a 2 anni, dieci mesi e venti giorni di reclusione, più 3.200 euro di multa, e per Ferdinando Vazzana, che passa dagli 8 anni e quattro mesi rimediati in primo grado, ai 4 anni e otto mesi, più 18.400 euro di multa inflittigli in secondo grado. Viene assolta e per lei si spalancheranno immediatamente le porte del carcere Romina Amato,condannata in primo grado a 7 anni e quattro mesi.
Se non detenuti per altra causa, saranno scarcerati anche Fiore Bevilacqua, Francesco Bevilacqua, Simone Bevilacqua, così come Giuseppe e Nicola Passalacqua.
Secondo la Procura reggina, l’organizzazione, guidata dai fratelli Damiano e Antonio Bevilacqua, stava acquisendo sempre nuovi spazi, andando progressivamente a sostituirsi a gruppi storici quali la cosca Molè. Un`organizzazione complessa, ma studiata fin nel minimo dettaglio come una catena di montaggio, che vedeva coinvolti familiari, parenti e amici. Un “formicaio” per gli investigatori dell`epoca, individuato in seguito alle indagini scattate dopo un controllo di routine sul territorio. Da qui i finanzieri hanno iniziato la scalata investigativa, nella prima fase supportata dalla Procura di Palmi, quindi coordinata dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia.
Il raggio d’azione del traffico di droga, di cui i fratelli Bevilacqua erano i registi, non era circoscritto a Gioia Tauro, dove abitualmente risiedono, ma si estendeva anche Crotone e a Catanzaro, dove i fratelli Bevilacqua avevano altri “canali di distribuzione”. In queste due città, infatti, il mercato degli stupefacenti poteva contare sui flussi di cocaina che partivano da Gioia Tauro. (0080)

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