REGGIO CALABRIA Continuano le schermaglie a colpi di istanze di acquisizione ed eccezioni difensive fra l’Avvocatura dello Stato e la pm Sara Amerio da una parte e il folto collegio difensivo dei politici attualmente imputati nel procedimento per incandidabilità che vede imputato l’ex sindaco Arena, assieme a pezzi da novanta del Pdl reggino e un ex consigliere Pd.
Come già anticipato nel corso della precedente udienza, la pubblica accusa ha chiesto al giudice Rodolfo Palermo che sul piatto del procedimento – che dovrà decidere l’incandidabilità di uomini di peso del centrodestra reggino come l’ex sindaco Demi Arena, l’ex assessore, dimissionario ancora prima della fine ingloriosa della consiliatura, Luigi Tuccio, i suoi colleghi rimasti in assessorato fino a sopravvenuto scioglimento, Pasquale Morisani (Lavori pubblici), Walter Curatola (Patrimonio edilizio), Peppe Marturano (Protezione civile), l’ex presidente del consiglio comunale Sebastiano Vecchio ma anche i consiglieri Giuseppe Eraclini, Nicola Paris e Bruno Bagnato, nonché mosca bianca di centrosinistra il giovane consigliere del Pd Nicola Irto – pesino anche l’interdittiva antimafia recapitata alla “Multiservizi”, il ricorso fatto dall’azienda al Tar e il provvedimento con cui i giudici amministrativi l’hanno sonoramente rigettato. Inoltre, per l’Avvocatura distrettuale e la pm Amerio, agli atti del procedimento devono essere acquisite anche tutte le ultime ordinanze di custodia cautelare – e non sono poche – che hanno visto coinvolti o lambìti esponenti politici reggini, come quelle emesse nell’ambito delle inchieste “Archi-Astrea”, “San Giorgio-Alta Tensione 2”, “Assenzio-Sistema” e “Urbanistica”.
Ma per la pubblica accusa, per avere un quadro chiaro delle connivenze e dei contatti tra l’Amministrazione e le `ndrine, i giudici dovrebbero anche valutare l’esito di vecchi procedimenti come “Olimpia I e III”. Tutti elementi indispensabili – a detta dell’Avvocatura – perché il giudice possa valutare l’applicabilità di quella norma del Tuel che stabilisce che «fatta salva ogni altra misura interdittiva ed accessoria eventualmente prevista, gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l`ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo». Richieste che hanno trovato la ferma opposizione delle difese che, dopo aver o chiesto e ottenuto un mese di tempo per elaborare le proprie memorie difensive, hanno ribadito la propria netta opposizione a nuove acquisizioni documentali, che vadano tanto a sanare la mancanza delle ormai famose pagine 4 e 5 del fascicolo istitutivo del dibattimento, tanto a integrare il materiale probatorio che il Tribunale sarà chiamato a valutare. Per i legali, l’errore o la svista che ha fatto saltare due pagine cruciali per la posizione di alcuni imputati deve essere sanata pena la violazione di quei principi contenuti nella norma 143 comma 11, secondo il quale la documentazione deve essere inviata ”senza ritardo” al tribunale competente per territorio. Numerose sono inoltre le eccezioni nel merito, presentate dai legali degli imputati nelle memorie difensive depositate in queste settimane. L`avvocato Tuccio, interessato in prima persona nel procedimento, a corredo di quanto già presentato, ha chiesto invece che fossero messe agli atti le misure che smentiscono – almeno stando alle carte – qualsivoglia partecipazione del padre – il presidente Tuccio – nella società Gst, presente nella compagine di “Multiservizi”.
Per quanto riguarda invece la posizione dell`ex presidente del consiglio comunale Seby Vecchio su richiesta del suo legale e senza che il pm presentasse opposizione, è stato messo agli atti del procedimento il contratto che attesta l`attività del padre dell`ex presidente dell`assemblea come aiuto tipografo presso la Provincia di Reggio Calabria. Un documento che acquista importanza alla luce delle dichiarazioni del pentito Vittorio Fregona, uno dei principali accusatori di Vecchio, con il quale sarebbe entrato in contatto proprio grazie al padre, definito dal pentito «ottimo capomastro attivo in zona», ma che in realtà tale mestiere non l`avrebbe mai svolto. Tutte questioni che il giudice Palermo dovrà valutare e sulle quali si è riservato di pronunciarsi entro «i prossimi otto-dieci giorni». (0050)
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