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"Barracuda", la scure del pm

REGGIO CALABRIA Sono pene pesantissime quelle che il pm di Reggio Calabria, Paolo Sirleo, ha chiesto per gli imputati del procedimento “Barracuda”, accusati a vario titolo di associazione per delin…

Pubblicato il: 19/04/2013 – 20:20
"Barracuda", la scure del pm

REGGIO CALABRIA Sono pene pesantissime quelle che il pm di Reggio Calabria, Paolo Sirleo, ha chiesto per gli imputati del procedimento “Barracuda”, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alle rapine agli anziani, rapina aggravata, lesioni aggravate e sequestro di persona. Sarebbero loro i responsabili della banda che a Reggio aveva scelto come vittime privilegiate gli anziani, che sorprendeva da soli in casa e non esitava a spogliare di qualsiasi cosa avessero di valore. Secondo l`accusa, una banda organizzata, con ruoli definiti e una gestione pianificata dei proventi delle rapine, tutte portate a termine con tecniche consolidate, secondo una prassi ormai divenuta metodo. Quattordici i colpi che la gang, guidata dai fratelli Camelo e Fabio Calù, avrebbe messo a segno senza alcuna remora né pietà, e che sono stati ricordati in aula nel corso del dibattimento dalla viva voce delle vittime. Parole che il pm ha ricordato nel corso della durissima requisitoria, assieme alle intercettazioni – inequivocabili – che hanno inchiodato i componenti della banda, prima di procedere alle pesantissime richieste di condanna che vanno dai trent`anni di reclusione con cui secondo il pm devono essere puniti Carmelo Calù, Fabio Calù, Antonio Caracciolo e Domenico Palmisano, ai ventisette anni di reclusione invocati per Demetrio Monorchio, ventitré per Salvatore Bonura, sedici per Mirko Falcomatà e undici per Giovanni Bellantoni. Per il pm Sirleo – che ha chiesto il riconoscimento di tutte le aggravanti del caso – sono tutti responsabili di crimini efferati, portati a termine con spietata determinazione. E che – se non fossero intervenuti i carabinieri – avrebbero continuato a commettere. A rivelarlo è la stessa Carmela Lauro, arrestata assieme al resto della banda, che intercettata dagli inquirenti afferma: «Furono bastardi quelli (riferito ai militari dell’Arma), se non ci… col cazzo ci prendevano, tutta Reggio piangeva». (0050)

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