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Rizziconi, maxiconfisca all`imprenditore De Marte

REGGIO CALABRIA Confisca di beni per 20 milioni a un imprenditore di Rizziconi. La Dia ha dato esecuzione al decreto emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria nei co…

Pubblicato il: 13/05/2013 – 9:16
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Rizziconi, maxiconfisca all`imprenditore De Marte

REGGIO CALABRIA Confisca di beni per 20 milioni a un imprenditore di Rizziconi. La Dia ha dato esecuzione al decreto emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Ferdinando Fortunato Maria De Marte, 50 anni, facoltoso imprenditore nei settori della produzione, raffinazione e commercio dell’olio d’oliva nella piana di Gioia Tauro e in quello immobiliare. L`uomo è stato uno dei soci della Devin, la società che ha costruito il centro commerciale “Porto degli Ulivi”, successivamente ceduto a una società estera e già oggetto di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolta, in particolare, la cosca Crea di Rizziconi.
Dalla fine degli anni 80 a oggi De Marte è stato interessato da diverse indagini svolte dalla guardia di finanza di Reggio, Taurianova, Gioia Tauro e Catanzaro e dai carabinieri di Rizziconi, che avevano evidenziato come alcune società del gruppo erano soltanto delle «cartiere create ad hoc», al fine di emettere fatture per operazioni inesistenti e per ottenere indebiti contributi comunitari.
Nel febbraio 2008 il gip di Bologna ha disposto nei confronti dell`imprenditore gli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla emissione e utilizzazione di fatture false e per l’indebita percezione di contributi comunitari per importi consistenti (in un`occasione avrebbe indebitamente ricevuto contributi per circa 4,6 milioni di euro, mentre in altre circostanze avrebbe decuplicato i costi sostenuti per l’acquisto di impianti a mezzo di fatture inesistenti).
Il provvedimento restrittivo era stato poi confermato dal Tribunale del riesame e successivamente dalla Cassazione. Nel marzo 2011, De Marte viene rinviato a giudizio insieme ad altre 14 persone. Il processo è ancora in corso. In quello stesso anno il patrimonio dell`imprenditore è stato sottoposto a sequestro preventivo.
Il collegio giudicante, in relazione al decreto di confisca, ha ritenuto che «tutto quanto fin qui detto giustifichi ampiamente l’accoglimento della proposta personale avanzata dalla Direzione investigativa antimafia in quanto dimostra senza alcun dubbio l’abitualità del proposto nella commissione di condotte fraudolente, nell’ambito dell’esercizio delle attività imprenditoriale nell’unico ed evidente obiettivo di conseguire lucrosi ma illeciti profitti… È proprio la ripetizione di questi comportamenti senza soluzione di continuità nell’arco di circa un ventennio a dimostrare quanto sia attuale la pericolosità sociale del De Marte, trattandosi di una modalità di agire talmente consolidata da far legittimamente che questa sia per il proposto l’unica, ma soprattutto ordinaria, modalità di esercizio dell’attività imprenditoriale… (…) … stando così le cose, deve ritenersi che i beni acquisiti – tanto quelli personali quanto quelli aziendali – con le risorse generate dall’attività imprenditoriale inquinata, si configurano inequivocabilmente come frutto o reimpiego di attività illecita. La sproporzione rilevata già in sede di sequestro appare corroborare questa conclusione».
La confisca ha riguardato il patrimonio aziendale di sette società con sede in Rizziconi e Gioia Tauro, di cui quattro operative nel settore oleario e tre nel settore immobiliare ed edilizio;
25mila metri quadri di terreno, di cui circa 15mila edificabili; un fabbricato; disponibilità finanziarie aziendali e personali, del valore di quasi un milione di euro.
Il Tribunale ha sottoposto l`imprenditore alla misura della sorveglianza speciale per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di dimora. (0040)

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