Le mire delle `ndrine sugli appalti lombardi Sette persone arrestate a Desio
MILANO Sette persone arrestate (uno ai domiciliari) e tre denunciate in stato di libertà sono il bilancio degli arresti di questa mattina in provincia di Monza che hanno evidenziato l`ennesima storia…

MILANO Sette persone arrestate (uno ai domiciliari) e tre denunciate in stato di libertà sono il bilancio degli arresti di questa mattina in provincia di Monza che hanno evidenziato l`ennesima storia di malaffare in alcune amministrazioni locali in Brianza. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Desio, in esecuzione di un`ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Monza nei confronti di funzionari pubblici e imprenditori accusati di corruzione, abuso d`ufficio, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e altro. La nuova trance di indagini si snoda dalla maxioperazione “Infinito”, che ha smantellato le “locali” della `ndrangheta in Lombardia, e nel marzo del 2012 quando l`amministrazione comunale di Desio ha presentato due esposti ai carabinieri per alcuni dubbi sulla correttezza dell`operato dell`Ufficio Contratti di quel Comune.
Secondo le accuse, gli imprenditori coinvolti nell`indagine erano in rapporti di «consolidata amicizia» con personaggi legati alla `ndrangheta e condannati a seguito dell`operazione “Infinito”. Tali imprenditori, sempre secondo le risultanze delle indagini, avevano posto in essere un sistema corruttivo grazie alla compiacenza di alcuni tecnici e funzionari comunali. Gli arrestati con incarichi pubblici sono Roberto S., responsabile dell`Ufficio Contratti e appalti del Comune di Desio (Monza) e Maurizio M., geometra nello stesso ufficio, che sono stati portati in carcere a Monza. Un terzo dipendente comunale, G.D.M., funzionario dell`analogo ufficio del Comune di Solaro, è stato posto agli arresti domiciliari. Insieme, secondo gli inquirenti, avevano messo in piedi un sistema corruttivo strutturato e collaudato per l`aggiudicazione di svariate gare d`appalto. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, anche di tipo tecnico, la banda operava per garantirsi gli appalti attraverso un concordato sul prezzo, a cui seguivano fatture gonfiate allo scopo di ricavarne un ingiusto profitto. Roberto S., inoltre, è accusato anche di abuso d`ufficio: per gli investigatori, infatti, dissuadeva i possibili concorrenti delle ditte appaltatrici complici, a partecipare alle gare d`appalto. (0050)