Familiari del clan Lanzino nei servizi del Comune
RENDE Alcune perquisizioni sono state eseguite a Rende da parte dei carabinieri di Cosenza e della Dia di Catanzaro nei confronti di esponenti delle cosche della `ndrangheta cosentina nell`ambito del…

RENDE Alcune perquisizioni sono state eseguite a Rende da parte dei carabinieri di Cosenza e della Dia di Catanzaro nei confronti di esponenti delle cosche della `ndrangheta cosentina nell`ambito dell`inchiesta “Terminator”. Le perquisizioni, disposte dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, riguardano servizi affidati dal Comune di Rende ai familiari di alcuni esponenti della criminalità organizzata. Le perquisizioni riguardano, in particolare, sei persone, due società e un bar. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, intende chiarire i rapporti tra il Comune di Rende e le società dei familiari di esponenti della `ndrangheta, legati in particolare alla cosca Lanzino. Per questo motivo è stata disposta anche l`acquisizione di alcuni documenti nella sede del Comune di Rende, oltre che le perquisizioni nelle sedi delle società e nelle abitazioni dei titolari delle aziende. In particolare l`attenzione degli investigatori della Dia di Catanzaro e dei carabinieri di Cosenza, coordinati dalla Dda, si è concentrata sull`affidamento del servizio mensa avvenuta nel 2010-2011 e la concessione di un locale del Comune per la realizzazione di un bar.
NEL MIRINO DELLA DDA
Nel mirino della Dda di Catanzaro sono finiti Silvana Ruà (classe `68), Adriano Moretti (`66), Giuseppe Moretti (`88), Concettina Capparelli (`60), Ida Cundari (`91) e Maria Brunella Patitucci (`60). Le perquisizioni, invece, hanno riguardato le società Ristomax e Il Melograno (assegnatarie dei servizi per le mense scolastiche) e anche il circolo ricreativo “Villaggio Europa” e il bar Colibrì.
I RAPPORTI CON ESPONENTI DELLA CRIMINALITÀ
È spulciando tra le carte delle società che gli inquirenti hanno trovato legami interessanti tra esponenti della criminalità organizzata cosentina e i servizi assegnati alle ditte. Nella Ristomax, ad esempio, lavora Silvana Ruà, sorella di Gianfranco, uno dei leader della mala bruzia, oggi in carcere. Insieme a lei – per la società che ha gestito le mense scolastiche rendesi nel 2011 – lavorano anche Adriano Moretti, che il decreto di perquisizione indica come «pluripregiudicato e sorvegliato speciale» e Giuseppe Moretti, «con precedenti per rapina». Tra i dipendenti c`è anche Concettina Capparelli, che «risulta essere coniugata con Giuseppe Iirillo», detto “la Vecchiarella”, che ha precedenti per associazione mafiosa. E c`è anche Ida Cundari, operatrice di mensa e figlia della convivente di Ettore Lanzino, il boss della `ndrangheta cosentina arrestato dopo tre anni di latitanza. Dalla Ristomax a “Il Melograno”, che ha tra i dipendenti Maria Brunella Patitucci, cugina di Francesco Patitucci, considerato il reggente della cosca Lanzino quando il capo era latitante.
Nella rete di relazioni, la Dda inserisce anche il circolo ricreativo “Villaggio Europa”, «assegnato a Francesco Iirillo», e il bar denominato prima “L`isola bar” e poi “Colibrì”. Quest`ultimo, dopo una gara d`appalto, è stato assegnato a Robertina Di Basile, moglie di Adolfo D`Ambrosio, «soggetto che rivesta un ruolo di primo piano nell`ambito dell`associazione facente capo a Ettore Lanzino».
L`INCHIESTA TERMINATOR
Un filone dell`inchiesta “Terminator”, riguardante in particolare la gestione delle cooperative del Comune, ha portato nel dicembre del 2012 all`arresto dell`ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, e dell`ex assessore comunale, Pietro Paolo Ruffolo, per i quali si ipotizzava il reato di corruzione e corruzione elettorale. Poche settimane dopo l`arresto il Tribunale della libertà di Catanzaro ha annullato l`ordinanza di custodia cautelare e ha rimesso in libertà i due esponenti politici. A seguito dell`arresto di Bernaudo e Ruffolo è stato disposto l`accesso antimafia nel Comune di Rende. (0020) (0050)