Il reggente del clan di Rosarno si consegna ai carabinieri
ROSARNO Si è costituito ai carabinieri a Rosarno il latitante Giuseppe Pesce, 33 anni, considerato il reggente della cosca Pesce e figlio di Antonino Pesce, detto “Testuni”. È accusato di associazion…

ROSARNO Si è costituito ai carabinieri a Rosarno il latitante Giuseppe Pesce, 33 anni, considerato il reggente della cosca Pesce e figlio di Antonino Pesce, detto “Testuni”. È accusato di associazione mafiosa. Giuseppe Pesce era latitante da tre anni perché ricercato nell`ambito dell`operazione “All Inside”, portata a termine dai carabinieri contro il clan della Piana di Gioia Tauro. Pesce è stato condannato a 16 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il latitante si è presentato stasera ai carabinieri della caserma di Rosarno ed è stato subito trasferito nel carcere di Palmi. Il suo nome era salito agli onori della cronaca qualche tempo fa quando, nel carcere di Palmi, era stato intercettato da un agente della Polizia penitenziaria un “pizzino” che il fratello Francesco stava tentando di passare a un altro detenuto. Quel pizzino contribuì a dare vita alla doppia operazione “Califfo” e “Califfo 2” (eseguite a febbraio e aprile 2012), il cui procedimento è approdato da qualche settimana dinanzi al Tribunale collegiale di Palmi. Secondo la ricostruzione accusatoria, che ha preso corpo dalle indagini condotte dal comando provinciale dei Carabinieri e coordinate dalla Dda, quel “pizzino” scritto in carcere da Francesco Pesce due giorni dopo l’arresto, effettuato nell’agosto del 2010, conteneva quattro diverse direttive tra le quali quella del passaggio del comando della cosca proprio al fratello Giuseppe.
Qualche giorno fa i carabinieri avevano arrestato la moglie del presunto reggente della cosca. Si tratta di Ilenia Bellocco, 24 anni di Rosarno. L’arresto della Bellocco è il seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Le investigazioni, condotte nel tempo dalla Procura antimafia e dall’Arma, avrebbero permesso di accertare che la Bellocco «è appartenente alla ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Pesce”, operante nel territorio di Rosarno e zone limitrofe e di aver svolto, in qualità di partecipe, un ruolo di collegamento e trasferimento di comunicazioni ed ordini tra il latitante Giuseppe Pesce e gli altri affiliati operanti sul territorio». (0020)