OPERAZIONE ATLANTIDE | Sgominata la “holding” dei Tripodi
Dagli interventi dopo l`alluvione di Vibo fino al tentativo di inserirsi nella ricostruzione post terremoto dell`Abruzzo. Le società controllate dalla cosca Tripodi erano riuscite a ottenere quasi il…

Dagli interventi dopo l`alluvione di Vibo fino al tentativo di inserirsi nella ricostruzione post terremoto dell`Abruzzo. Le società controllate dalla cosca Tripodi erano riuscite a ottenere quasi il monopolio degli appalti pubblici nel Vibonese e a bussare alle porte dei palazzi del potere della Capitale. Una vera e propria holding sgominata questa mattina da un`operazione congiunta di guardia di finanza e carabinieri coordinati dal pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni. Venti le persone raggiunte dall`ordinanza emessa dal gip Livio Sabatini, l`inchiesta “Atlantide” ha portato anche al sequestro di 19 aziende, 45 immobili – terreni, fabbricati, appartamenti e pertinenze – tra cui 2 bar in pieno centro a Roma e conti correnti riconducibili ai destinatari del provvedimento, il cui valore complessivo ammonta a circa 40 milioni di euro. Un`organizzazione, scrive il gip nell`ordinanza, di «natura prevalentemente familiare, si finanziava con attività predatorie (usura ed estorsioni) realizzando attività d`impresa, intestate a terzi ed efficacemente inserite nella realtà calabrese d`origine (ma presenti anche in Roma): queste erano affidatarie in appalto o sub appalto di lavori di ogni valore (da 1.000 euro a 15.000.000 euro) ottenuti tanto con la minaccia quanto sfruttando la contiguità e collusione degli imprenditori». A Roma la famiglia Tripodi era riuscita a entrare in contatto sia con soggetti politici sia con figure di primo piano dell`associazionismo industriale con l`obiettivo di aggiudicarsi appalti nazionali milionari. Un ruolo centrale, in questo ambito, è rivestito da Francesco Comerci legale rappresentante della Edil Sud (società gestita direttamente dai Tripodi), che ha cercato in più occasioni di rintracciare e contattare l`ex assessore regionale ai lavori pubblici, Vincenzo Maruccio. Lo stesso Comerci, sentito dagli inquirenti, ha riferito di aver partecipato a una cena elettorale per il candidato D`Ambrosio in occasione delle elezioni del consiglio regionale del Lazio, assieme a un gruppo di suoi amici (circa quaranta persone), offrendo sostegno elettorale con la promessa di ottenere, in cambio, aggiudicazione in appalti pubblici: «l`indagato – sottolinea il gip – non ha tuttavia precisato se e quali siano stati gli sviluppi dell`accordo suddetto». Tra le accuse contestate anche l`usura nei confronti di un commerciante di auto, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione.
UNA COSCA STORICA L`inchiesta del pm Bruni ha ricostruito la storia criminale della famiglia Tripodi. Grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia è stato possibile dimostrare l`esistenza della cosca operante già dagli anni Novanta, «dedita a estorsioni ed usura, con significativi contatti con altri soggetti di rilevanza criminale, con un capo indiscusso, Nicola Tripodi» insieme ai fratelli Antonio, Domenico e Salvatore. Una famiglia importante tanto da partecipare a summit con Carmelo Novella, il boss indipendentista assassinato nel 2008 a San Vittore Olona alle porte di Milano. Secondo le dichiarazioni dei pentiti erano i Tripodi a gestire le estorsioni nel territorio di Vibo Marina con l`accordo della potente famiglia Mancuso di Limbadi. Proprio a causa di alcuni dissapori con la `ndrina egemone, Nicola Tripodi decise di trasferirsi a Roma. I rapporti tra la cosca madre e quella inferiore si sono poi ripristinati e si svolgono tuttora in termini di vassallaggio dei Tripodi ai Mancuso. «Nicola Tripodi – annota il gip – non opera mai in prima persona, demandando le scelte strategiche e l`attività a Comerci Francesco e ai figli Marika ed Orlando, evita i contatti telefonici ma sovraintende gli affari economici dell`impresa».
GLI ARRESTATI Il gip di Catanzaro Livio Sabadini ha disposto il carcere per: Raffaele Acanfora, 45 anni nato a Scafati; Giovanni Aracri 40 anni di Vibo Valentia; Francesco Comerci 38 anni di Messina; Gregorio De Luca 35 anni di Vibo Valentia; Maria Alfonsa Farfaglia 44 anni di Vibo Valentia; Orazio Benito Mantino 41 anni di Vibo Valentia; Daniele Marturano 40 anni di Vibo Valentia; Massimo Murano 40 anni di Busto Arsizio; Cristian Sicari 28 anni di Tropea; Antonio Mario Tripodi 49 anni di Briatico; Nicola Tripodi 65 anni di Briatico; Orlando Tripodi 27 anni di Tropea; Sante Mario Tripodi 40 anni di Vibo Valentia; Salvatore Vita 38 anni di Vibo Valentia. Sono stati disposti gli arresti domiciliari per: Antonio Chiarella 44 anni di Vibo Valentia; Francesco La Tesse 27 anni di Vibo Valentia; Francesco Lo Bianco 39 anni di Vibo Valentia; Simon Schito 31 anni di Milano. Il giudice non ha invece ritenuto sufficienti gli elementi a carico di Antonio Chirico, 26 anni, di Vibo Marina; Luciano Franzoni, 35 anni, di Vibo Valentia; Daniele Prestanicola, 31 anni, di Vibo Valentia; Gaetano Staropoli, 46 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Vita, 47 anni, di Vibo Valentia.