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Se Scopelliti rivendica il merito di vittorie non sue

LAMEZIA TERME Ancora una volta Peppe Scopelliti ci riprova. Il governatore, oggi intervistato dal Giornale di Sallusti e Feltri, mette il “cappello” su vittorie elettorali come quelle di Corigliano…

Pubblicato il: 14/06/2013 – 13:42
Se Scopelliti rivendica il merito di vittorie non sue

LAMEZIA TERME Ancora una volta Peppe Scopelliti ci riprova. Il governatore, oggi intervistato dal Giornale di Sallusti e Feltri, mette il “cappello” su vittorie elettorali come quelle di Corigliano e Acri che non sono sue. Nella città dello Jonio cosentino non solo il candidato ufficiale del Pdl non è arrivato nemmeno al ballottaggio ma addirittura si è fermato a un modestissimo 3,8% dei consensi. Non è andata nemmeno molto nemmeno nel centro presilano dove l`aspirante sindaco sostenuto da Pdl e Udc ha dovuto cedere il passo già al primo turno.
E, dunque, passi per Locri e Isola Capo Rizzuto – dove «vincono due uomini del Pdl» come Giovanni Calabrese e Gianluca Bruno – ma appropriarsi del successo di Giuseppe Geraci a Corigliano e Nicola Tenuta ad Acri è davvero una spericolata operazione di equilibrismo politico. I due, infatti, pur essendo vicini al centrodestra, non sono stati sostenuti dal Pdl né risultano essere iscritti al partito di Berlusconi. Ciò non impedisce a Scopelliti di affermare senza spudoratezza che «in Calabria si è votato e nei quattro Comuni più grandi abbiamo vinto: Locri, Isola Capo Rizzuto, Acri e Corigliano. Dal 2009 ad oggi siamo vincenti». Anche in questo passaggio il governatore ha qualche “amnesia”. Dimentica, Scopelliti, che a Crotone il candidato a sindaco del centrodestra Dorina Bianchi è stata sconfitta dal democrat Peppino Vallone così come dimentica che a Lamezia Terme (terza città, per numero di abitanti, della Calabria) il vendoliano Gianni Speranza è stato riconfermato primo cittadino a scapito dell`ex parlamentare di centrodestra Ida D`Ippolito.
Rispetto poi alla «nuova cosa di destra», il governatore calabrese mostra di credere poco nella formazione politica guidata da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che terrà una due-giorni, oggi e domani, a Milano. «Giorgia Meloni – aggiunge Scopelliti – è brava, giovane, capace. Le voglio bene, ma gliel`ho detto più volte: resta nel Pdl. Il tuo posto ideale è fare ticket con Angelino». Per Scopelliti, inoltre, «l`operazione di Fratelli d`Italia rischia di essere la costruzione di un partitio di reduci», mentre «l`intuizione del Cavaliere resta valida: mettere insieme esperienze diverse per dare una casa ai moderati. E la casa più credibile resta quella del Pdl».

LE BORDATE DI RUSSO Insomma, non è tutto oro quello che splende nel Pdl calabrese. E la dimostrazione arriva dal capogruppo del partito nel consiglio provinciale di Cosenza Mario Russo. La sua presa di posizione arriva pochi giorni dopo la durissima uscita del coordinatore provinciale reggino Roy Biasi e conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la spaccatura netta all`interno dei berluscones calabresi. Russo, così come aveva fatto Biasi, parte dai risultati dell`ultima tornata elettorale: «Non bastano le trionfalistiche affermazioni del coordinatore regionale a nascondere le evidenti difficoltà in cui il Partito si dibatte da tempo. A Corigliano e Acri hanno vinto la credibilità di due galantuomini e di persone radicate nel tessuto delle loro città, Gerace e Tenuta, che guidando delle liste civiche hanno ottenuto due importantissimi successi. Un partito ben radicato e che abbia il termometro dei territori, avrebbe dovuto contribuire a questi significativi successi e non schierarsi con proprie liste contro questi candidati, raccogliendo magri bottini elettorali e difatti rimanendo fuori dai consigli comunali di queste due importanti realtà territoriali. È forse questo l`en plein di cui parla Scopelliti?». Russo è tranchant e arriva a parlare di «cattiva gestione del partito che ha allontanato militanti ed elettori», in qualche modo influenzata «forse dal doppio (triplo) incarico del coordinatore stesso».
In buona sostanza il capogruppo pidiellino alla Provincia di Cosenza chiede ai vertici nazionali del partito di prendere in mano la situazione «perché le sorti del Pdl in Calabria non possono gravare interamente sul presidente della Regione che dovrebbe essere invece impegnato ad affrontare annosi problemi quali ad esempio la spesa dei fondi comunitari, che di fatto hanno portato al commissariamento della stessa Regione, già commissariata per l`emergenza rifiuti con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, turisti compresi, o quelli relativi alla Sanità, nota ai calabresi per lo spettro dell`emigrazione, alle vertenze dei trasporti, ai precari, agli Lsu e Lpu».
La resa dei conti potrebbe materializzarsi già alla prossima riunione del coordinamento regionale. Quella potrebbe essere la sede giusta in cui i vari Tonino Gentile, Pino Galati e Nino Foti potrebbero chiedere ufficialmente al governatore di lasciare la guida del Pdl calabrese.

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