LA SCOMPARSA DEL NANO | Chizzoniti: «Il Csm disponga un`ispezione»
REGGIO CALABRIA «Ho sottoposto all`attenzione della Commissione tutte le problematiche esplose all`interno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria sottolineando l`inutilità di qualsivoglia…

REGGIO CALABRIA «Ho sottoposto all`attenzione della Commissione tutte le problematiche esplose all`interno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria sottolineando l`inutilità di qualsivoglia attività politico-istituzionale sul versante legalitario se non preceduta da un`imponente opera di bonifica e di chiarimento volta al recupero non più eludibile della credibilità della giustizia inquirente». È quanto afferma il presidente della Commissione di vigilanza Aurelio Chizzoniti (Insieme per la Calabria), componente della Commissione per la lotta alla `ndrangheta, in una dichiarazione rilasciata al termine dei lavori dell`organismo presieduto da Salvatore Magarò. «Aggiungo altresì – ha sostenuto ancora Chizzoniti – che esistono forme di violenza raffinatissime che distruggono carriere di integerrimi magistrati creando le condizioni per altre fulminee e fulminanti. In quest`ottica ho chiesto apertis verbis al presidente Magarò di richiedere ufficialmente al Csm, al ministro della Giustizia, ai vertici della Suprema Corte di Cassazione, una rapida iniziativa ispettiva volta a verificare se nel distretto della Corte d`appello di Reggio Calabria, e segnatamente nell`Ufficio della Procura, insistano le condizioni per un efficace ed efficiente lavoro di contrasto alla criminalità organizzata e non, e alle “zone grigie” che avvelenano la vita civile e democratica di questa città. Il tutto in una situazione ambientale dove si perseguono gli assenteisti del Comune con sofisticati strumenti investigativi e si sottovalutano le dinamiche devastanti emerse all`interno della Procura». «Suscitano, inoltre, preoccupazione – prosegue Chizzoniti – talune affermazioni secondo le quali il “memoriale” di Lo Giudice sia stato gestito ad orologeria. Interrogandosi in ordine a quale logica e consecutio temporum abbiano obbedito i “tubi di ferro” spacciati per bazooka, il rinvenimento di autovetture imbottite di armi, gli attentati alla Procura generale e all`abitazione del procuratore generale, che ha rifiutato di costituirsi parte civile contro Lo Giudice delegittimando autorevolmente le indagini espletate, l`omessa costituzione di parte civile del procuratore Pignatone nei confronti dello stesso Lo Giudice, l`intercettazione clandestina nei confronti dell`aggiunto dottor Gratteri, il furtivo accesso alle segrete stanze blindate della Procura della Repubblica appena qualche ora prima dell`insediamento del dottor De Raho. Per queste ragioni mi chiedo se l`autorevole avvento del neoprocuratore può essere sufficiente per acclarare la ratio ispiratrice di inquietanti episodi, rimarcando ancora una volta il concetto di Oscar Wilde: “Gli uomini si giudicano quando partono e non quando arrivano”». (0050)