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Un nuovo testimone per il "caso Siram"

REGGIO CALABRIA Sarà necessaria un’integrazione istruttoria per arrivare a una decisione sul rinvio a giudizio chiesto dal pm Leo Tenaglia per i dirigenti degli ospedali “Riuniti” Angelo Rabotti, Mar…

Pubblicato il: 19/06/2013 – 18:35
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Un nuovo testimone per il "caso Siram"

REGGIO CALABRIA Sarà necessaria un’integrazione istruttoria per arrivare a una decisione sul rinvio a giudizio chiesto dal pm Leo Tenaglia per i dirigenti degli ospedali “Riuniti” Angelo Rabotti, Maria Felicita Crupi e Paolo Costantino, finiti sotto inchiesta perché accusati di aver favorito la Siram nell’aggiudicazione di uno degli appalti milionari del nosocomio cittadino. Per il gup Cinzia Barillà gli elementi presentati dal pm non sembrano sufficienti per giungere a una decisione e dunque sarebbe necessario valutare anche la testimonianza di Pasquale Ateneo, dirigente Attività tecniche e patrimonio. Tutto è rimandato al 16 ottobre, data in cui il funzionario dovrà presentarsi di fronte al giudice, ma è con cauto ottimismo che i legali dei tre imputati valutano l’ordinanza istruttoria emessa dal gup Barillà. L’esplicito riferimento all’articolo 422 del codice indurrebbe a pensare – secondo quanto sostengono gli avvocati – che la nuova testimonianza che il giudice ha intenzione di acquisire sia propedeutica a una sentenza di non luogo a procedere. Tuttavia, l’ammissione come parti civili della EdilMinniti – ditta che secondo la Procura sarebbe stata ingiustamente esclusa dall’appalto – e della stessa Azienda ospedaliera, potrebbe essere interpretata  – suggeriscono alcuni legali – come espressione della volontà del giudice di presentare un’indagine senza buchi alla prova del dibattimento.
Un rebus che vede coinvolta la Siram, colosso dei servizi energetici e multitecnologici, leader nel settore in Italia con oltre 1.400 clienti in portafoglio, inciampata più volte in indagini e inchieste, non ultima l’operazione “Breakfast” che ha messo a soqquadro la Lega e nei guai il suo tesoriere Belsito, sospettato di rapporti con il clan De Stefano.

STORIA DI UN`ESCLUSIONE
Rispettivamente direttore dell’Unità complessa di acquisizione beni e servizi, direttore dell’Unità affari generali e legali e responsabile unico del procedimento relativo al servizio di manutenzione globale degli immobili e degli impianti, Rabotti, Crupi e Costantino per il pm sarebbero a vario titolo responsabili di aver pretestuosamente e “con dolo intenzionale” escluso la EdilMinniti, impresa di costruzioni reggina, a vantaggio della Siram. E non perché questa avesse presentato un’offerta più vantaggiosa per le casse pubbliche. Ma solo perché la sua unica e diretta concorrente è stata esclusa.
La storia è complessa, ma è solo una parentesi di un lungo periplo burocratico e amministrativo che si dipana – fra ricorsi, esposti e carte bollate – dal 2008 ad oggi. Siamo al 30 maggio dell’ormai lontano 2008, l’appalto per la manutenzione, assegnato nel 2005 al consorzio Sagem, formato dalla EdilMinniti e dalla Imelca, è ormai a scadenza, dunque per evitare buchi nell’essenziale servizio che garantisce l’efficienza dell’ospedale è con largo anticipo che l’ospedale bandisce la nuova gara. A presentarsi sono in due: la EdilMinniti, azienda da tempo attiva in ospedale, e la Siram. Ed è proprio questa ad aggiudicarsi l’appalto.
Un verdetto contro il quale il titolare della ditta soccombente, Gianni Minniti presenta ricorso, prima al Tar, poi al Consiglio di Stato, che accoglie l’appello presentato dall’impresa che aveva chiesto «in via principale l’annullamento dell’aggiudicazione al fine di ottenere l’affidamento del servizio in proprio favore, in via subordinata l’annullamento dell’intera gara e in via residuale il risarcimento dei danni».

PAROLA AL CONSIGLIO DI STATO. O FORSE NO
Contrariamente a quanto si possa immaginare, una volta preso atto della sentenza del Consiglio di Stato, l’ospedale non affida la gara all’impresa vincitrice del ricorso. Nonostante una diffida in tal senso presentata dalla EdilMinniti,  il direttore generale dell’epoca, Mario Santagati, assieme alla direttrice amministrativa Concetta Marisa Dascola, con una stringata nota precisa: «Si ritiene certamente più opportuno attendere la motivazione al fine di dare puntuale esecuzione alla sentenza». Una determinazione cui l’Asl giunge sicuramente sulla scorta del parere dell’avvocato Maria Grazia Bottari, professionista esterna cui l’ospedale affida pareri legali, ma anche – se non soprattutto – illuminata dalle due paginette che la Siram provvede a far avere all’amministrazione. Assieme ai “molto cordiali saluti” che l’avvocato Gherardo Marone trasmette a Santagati, nella missiva – allegata alla nota in seguito inviata alla EdilMinniti – si legge chiaramente: «La decisione del Consiglio di Stato, nell’accogliere l’appello, ha annullato l’aggiudicazione definitiva perché la mandante Imelca non era in possesso del requisito della regolarità contributiva al momento della presentazione dell’offerta; e quindi l’offerta stessa era invalida e l’Ati Siram-Imelca andava esclusa (esclusione poi pronunciata dal giudice amministrativo), rimanendo così in gara il solo proponente Edilminniti. Ne consegue che in gara è rimasta un’unica offerta valida e la gara deve quindi considerarsi deserta». E se il concetto non fosse risultato chiaro a chi di dovere, il legale della Siram, pochi paragrafi dopo reitera: «L’amministrazione deve prendere atto con le modalità più idonee, che in gara è rimasto un solo concorrente e procedere dunque all’annullamento della procedura. Subito dopo dovrà indire una nuova gara e, nelle more, procedere a mezzo di procedura negoziata per l’affidamento provvisorio».

LA SIRAM SCRIVE E L`OSPEDALE …
Una procedura che gli ospedali “Riuniti” decideranno di seguire alla lettera. Non solo «in attesa della pubblicazione della sentenza – come scriveranno il dg Santagati e il direttore amministrativo Concetta Marisa Dascola alla ditta – costituendo la manutenzione degli immobili e degli impianti un servizio essenziale che non può essere interrotto e non potendosi certo affidare il servizio alla ditta ricorrente sulla base del solo dispositivo» l’amministrazione ritiene opportuno far espletare il servizio – per sei mesi e senza contratto – alla Siram, ma anche quando le motivazioni vengono rese pubbliche l’EdilMinniti non ottiene l’appalto. A spiegare il motivo della nuova esclusione è sempre il dg Santagati che in una missiva del 16 aprile 2010 – trincerandosi dietro una nuova pronuncia del Consiglio di Stato – spiega che in ottemperanza a quanto previsto dal capitolato d’appalto «l’aggiudicazione avverrà in presenza di almeno due offerte valide. Infatti, una volta esclusa l’Ati Siram-Imelca, l’unica offerta valida presentata è quella dell’Ati Edilminniti». L’ospedale sceglie dunque di indire una nuova gara, ma mentre i mesi passano – e le carte bollate si accumulano – anche l’affidamento semestrale con riserva dei servizi alla Siram scade. La nuova gara non è stata indetta, ma la manutenzione non può aspettare i tempi biblici della burocrazia.
Con la delibera 185 del 13 aprile 2010, l’Azienda ospedaliera decide dunque di prendere atto della sentenza del Consiglio di Stato che annullava la gara precedente, e contestualmente indice una nuova procedura – negoziata e senza bando – per l’affidamento della manutenzione per i sei mesi successivi. Ancora una volta a fronteggiarsi sono la Siram – questa volta in solitudine – e la EdilMinniti. Ed è con tutta la frustrazione di chi per anni ha dovuto bussare alle porte di avvocati e giudici amministrativi che l’imprenditore Gianni Minniti dirà al pm, ricordando quella gara «partecipai nonostante avessi la convinzione che la sentenza del Consiglio di Stato avesse disposto l’annullamento dell’aggiudicazione e vi fosse un mio preciso diritto ad ottenere la gara a suo tempo indetta per un periodo seennale. Partecipai formulando la relativa offerta. Anche questa volta devo precisare che vi fu un’esclusione della mia ditta sulla base della leziosità dell’interpretazione di un documento». Usa parole garbate, non fa nomi , ma sono i militari della guardia di finanza, coordinati dal pm Tenaglia, a ricostruire la vicenda che oggi ha messo nei guai i tre dirigenti dell’ospedale, Rabotti, Crupi e Costantino.

E VINCE SEMPRE LA SIRAM
Nonostante l’Edilminniti avesse presentato un’offerta di gran lunga più vantaggiosa – 423.023,76 euro, rispetto a quella della Siram pari a 707.598,19 euro – la commissione di gara composta dai tre dirigenti boccia la ditta reggina perché – si legge nelle carte – «pur avendo presentato una polizza fideiussoria pari al 50% dell’importo richiesto, allegando regolare certificazione Iso che le garantiva tale beneficio, non aveva formalmente richiesto di volersi avvalere di tale abbattimento rispetto all’importo totale» e «aveva omesso di produrre certificazione dell’esecuzione di precedenti analoghi lavori, limitandosi ad autocertificarla». Motivazioni che per gli uomini della guardia di finanza che esaminano le carte, in seguito all’ennesimo esposto presentato da Minniti, così come per il Tar di Reggio Calabria che con sentenza del 1 dicembre 2010 aveva dato ragione alla Edilminniti, non sussistono. Prima che gli uomini delle Fiamme gialle iniziassero a esaminare le carte, i giudici amministrativi avevano chiarito infatti che stando al decreto legislativo 163/2006, la riduzione del 50% della cauzione e della garanzia fideiussoria è un diritto che consegue automaticamente dal possesso della certificazione di qualità Iso e può essere documentata in sede di gara, ma soprattutto l’esecuzione di lavori analoghi può essere provata anche mediante autocertificazione. E sull’argomento, il Tar reggino – sottolineano i militari della guardia di finanza in un’integrazione di informativa – dicono qualcosa di più: «L’esclusione potrebbe assumere carattere penalmente rilevante laddove fosse dimostrata l’intenzionalità  delle condotte dei componenti della commissione. A tal fine, nella vicenda, assume fondamentale rilevanza la questione relativa al rilascio, all’esclusa Edilminniti, dell’attestazione di esecuzione dei lavori in precedenza prestati in favore della stessa Azienda ospedaliera». 

BUROCRAZIA A OROLOGERIA?
Un documento che l’Edilminniti è stata costretta ad autocertificare, nonostante ne avesse fatto richiesta in tempi consoni alla stessa Azienda ospedaliera, perché – stando alla ricostruzione della Procura – il geometra Paolo Costantino, all’epoca responsabile unico del procedimento, lo ha opportunamente fatto pervenire all’impresa solo il 31 maggio 2010. Esattamente due giorni dopo l’aggiudicazione a Siram dell’appalto, proprio a causa del documento mancante. Una circostanza che Costantino – ascoltato dagli investigatori – non ha voluto o potuto spiegare, preferendo avvalersi della facoltà di non rispondere. Tuttavia, i militari della Finanza, non possono fare a meno di notare che «in assenza di alcun documento giustificativo del ritardo nel rilascio del certificato in questione da parte dell’Azienda ospedaliera, appare quanto meno singolare che il geometra Costantino, in sede di gara, non abbia fatto presente in un senso o nell’altro, i motivi per cui la ditta era stata costretta ad autocertificare la condizione». Un’autocertificazione che – paradossalmente – riguardava lavori portati a termine proprio agli ospedali “Riuniti” e che i tre alti dirigenti – proprio in ragione della posizione ricoperta – non avrebbero potuto non conoscere. 
Per il pm Leo Tenaglia, il quadro è sufficientemente chiaro: sulla gara semestrale per la manutenzione sono stati violati anche i principi di imparzialità, buon andamento ed efficienza della pubblica amministrazione e per questo l’ipotesi di reato per i tre dirigenti è a vario titolo abuso d’ufficio e concorso in abuso d’ufficio. Un reato che per la Procura sarebbero i tre ad aver commesso, ma che la comunità è chiamata a pagare, perché a rimetterci non è stata semplicemente l’Edilminniti, ma anche l’Azienda ospedaliera, che alla Siram avrebbe assegnato un appalto da 300mila euro in più rispetto all’impresa concorrente. (0020)

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