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Bilancio, l`ira di Oliverio: «Scandaloso non spendere 5 miliardi»

COSENZA «I 5,4 miliardi non spesi e sottratti allo sviluppo e al lavoro dei calabresi sono la prova del fallimento del modello accentratore e di asfittica gestione del potere interpretato da Scopelli…

Pubblicato il: 27/06/2013 – 10:07
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Bilancio, l`ira di Oliverio: «Scandaloso non spendere 5 miliardi»

COSENZA «I 5,4 miliardi non spesi e sottratti allo sviluppo e al lavoro dei calabresi sono la prova del fallimento del modello accentratore e di asfittica gestione del potere interpretato da Scopelliti e dal gruppo di comando del Pdl». È quanto afferma, in una nota, il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, che commenta le cifre contenute nel bilancio di assestamento 2013. Per Oliverio i «5,4 miliardi non spesi sono, però, anche la pietra dello scandalo di una Calabria, ma anche di un Mezzogiorno, che rimangono tuttora cancellati dall’agenda politica dei poteri romani. È una cifra la cui dimensione sarebbe sufficiente per fronteggiare le emergenze che oggi a Roma fanno persino litigare le forze che sostengono il governo Letta, a partire dalle questioni dell’Iva, dell’Imu e degli incentivi per nuovi posti di lavoro. È incredibile, invece, che questo tesoretto, così consistente e finalizzato esclusivamente allo sviluppo e al lavoro dei calabresi, rimanga inutilizzato nel momento più grave di una crisi economica e sociale che toglie anche la speranza a centinaia di migliaia di giovani relegando la Calabria ad essere una terra senza futuro». Oliverio sottolinea come l`avanzo record venga registrato in una regione di appena due milioni di abitanti e con il sistema delle imprese «in ginocchio». Secondo il presidente della Provincia bruzia, invece, quelle risorse «potrebbero costituire una leva formidabile per alimentare un circolo virtuoso a sostegno della domanda interna e per elevare il tasso di produttività anche attraverso l’aumento dei livelli di consumo. Esse rimangono congelate, innanzitutto, perché in questi ultimi tre anni il governatore Scopelliti ha accentrato funzioni e poteri che se lasciati alle competenze del sistema delle autonomie locali e degli enti sub-regionali potevano essere spese e non venivano, così, conteggiate entro i parametri imposti alla Regione dai vincoli del patto di stabilità interno. Il blocco di queste risorse è la spia di un allarme senza precedenti che evidenzia quanto la Calabria sia divenuta una corposa questione democratica nazionale». «In questa grave situazione – continua Oliverio – bisogna aprire un confronto libero da schemi e da pregiudizi, anche oltre le appartenenze al fine di mobilitare rapidamente questa ingente massa di risorse  attraverso misure straordinarie. Va chiesto al governo nazionale una deroga ai vincoli del patto di stabilità. Contemporaneamente la Regione deve mettere le sue carte in regola liberandosi della gabbia accentratrice della gestione per consentire che grande parte di queste risorse possano rapidamente essere utilizzate dalla vasta rete degli enti locali e territoriali. Non è, inoltre, ininfluente provvedere a snellire le procedure, a partire dallo sblocco  dei nulla osta ambientali. Siamo in presenza di una situazione che non ha precedenti nella storia del regionalismo calabrese e che non può essere ricondotta nella ordinarietà. Bisogna essere consapevoli che le forze sociali e anche quelle politiche non possono essere insensibili e refrattarie». Ma l`esponente democrat non esenta da colpe nemmeno la sua compagine politica: «Anche al mio partito voglio dire che i tempi della Calabria non sono i tempi di questo Pd. “Prima di tutto la Calabria”; non c’è spazio né tempo per il protrarsi di irresponsabili atteggiamenti che spingono la Calabria verso una condizione di sempre più grave debolezza e marginalità».

I SINDACI INVOCANO LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE
«La forte denuncia del presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio sui 5,4 miliardi non spesi dall`attuale giunta regionale guidata da Scopelliti e sottratti allo sviluppo ed al lavoro dei calabresi e della nostra regione, l`invito forte rivolto anche al nostro partito ad uscire definitivamente dalle diatribe e dalle polemiche interne ponendo al primo posto il presente ed il futuro della Calabria e dei suoi giovani, rappresenta un pugno nello stomaco, un invito ad ognuno di noi a non rimanere più muti e silenti rispetto ad una situazione di crisi profonda che sta uccidendo lentamente la speranza in ogni calabrese, soprattutto in quelli più giovani». È quanto affermano, in una nota, i sindaci di Acquaformosa, Longobucco, San Sosti, Aiello Calabro, Colosimi, Crosia, Rose, Mangone, Piane Crati, San Fili, Celico e Spezzano Piccolo. «Questa ingente massa di risorse – si legge nella nota – non può più continuare a rimanere bloccata nelle mani del Governatore Scopelliti e della sua Giunta che in tre anni hanno accentrato solo funzioni e poteri, aggravando ulteriormente una situazione che si profila ormai senza sbocco. Che senso ha andare a Roma con gli altri sindaci a protestare contro gli effetti devastanti della Tares o per chiedere deroghe all`applicazione del Patto di stabilità, se poi si continuano a tenere bloccate e chiuse nei cassetti risorse che potrebbero costituire una leva formidabile per alimentare un circolo virtuoso a sostegno della domanda interna e per elevare la capacità produttiva del sistema economico calabrese?”. “Di fronte al fatto che 5,4 miliardi di euro restano non spesi – aggiungono i sindaci – occorre una mobilitazione vasta, libera da schemi e pregiudizi, nei confronti della Regione e del Governo centrale. Questa consistente massa di risorse deve essere definitivamente sbloccata e affidata alla gestione delle autonomie locali e territoriali. Così come vanno snellite le procedure per sbloccare progetti ed opere che attendono da mesi sui tavoli della Regione di essere esaminate ed approvate. La Calabria e gran parte dei calabresi non possono più sopportare di dover fare ogni giorno i conti per la propria sopravvivenza, mentre una consistente massa di risorse continua a rimanere congelata nelle mani di una giunta regionale insipiente e inconcludente». «Le risposte risolutive – conclude la nota – non possono essere rinviate a futuri ed imprevedibili esercizi di bilancio. Permanendo l`attuale stato di cose ci vedremo costretti, come sindaci, a chiedere che lo stesso Presidente della Repubblica venga investito per affrontare questa drammatica problematica, anche al fine di valutare se sussistono le ragioni per poter procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Calabria e alla nomina di commissari ai quali affidare poteri speciali per autorizzare la spesa». (0090)

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