A Reggio Calabria hanno dovuto aspettare un anno giusto giusto, prima di sostituire il Procuratore capo Giuseppe Pignatone con Federico Cafiero de Raho. Sono i tempi biblici del Csm, che hanno stancato persino un uomo dalla comprovata pazienza come il presidente della Repubblica. Ecco quindi che Giorgio Napolitano si è deciso a prendere carta e penna per ricordare all’organo di autogoverno della magistratura che il posto di Procuratore nazionale antimafia è vacante dall’8 gennaio scorso (sono quindi passati già sei mesi) e che sarebbe il caso di nominare qualcuno.
Il Quirinale ricorda anche che numerosi uffici direttivi sono ancora scoperti e ritiene che la sostituzione di Piero Grasso, oggi presidente del Senato, dovrà avvenire «prima della pausa estiva».
A Palazzo dei Marescialli hanno recepito il messaggio ed hanno convocato per domani la quinta commissione, quella che dovrà disporre le audizioni dei candidati per provvedere a una prima scrematura che porterà alla fine, dai 18 magistrati in corsa oggi, a quello che sarà nominato al posto del presidente del Senato. In “corsa” fra gli altri, i procuratori di Bologna, Roberto Alfonso, Messina, Guido Lo Forte, e il Procuratore generale di Ancona, Enzo Macrì, il calabrese che ha già lavorato per anni in Dna insieme a Grasso.
Una settimana dopo (lunedì 8 e martedì 9) si svolgeranno le audizioni necessarie alla commissione per formulare una proposta che sarà poi trasmessa al plenum del Consiglio superiore della magistratura per la decisione definitiva. Che si spera giunga nei termini richiesti dal presidente della Repubblica. E cioè prima delle vacanze estive.
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