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OPERAZIONE ITACA | I tentacoli dei Gallace sul Comune di Badolato

CATANZARO «Il locale è forte se ha le sue radici in Calabria, altrimenti è come una zattera in mare aperto». Così il pentito Antonino Belnome descrive agli inquirenti la forza del clan Gallace, ege…

Pubblicato il: 03/07/2013 – 8:01
OPERAZIONE ITACA | I tentacoli dei Gallace sul Comune di Badolato

CATANZARO «Il locale è forte se ha le sue radici in Calabria, altrimenti è come una zattera in mare aperto». Così il pentito Antonino Belnome descrive agli inquirenti la forza del clan Gallace, egemone a Guardavalle e in Lombardia. Le dichiarazioni del collaboratore sono contenute nell`ordinanza con cui squadra mobile e carabinieri hanno arrestato 25 persone.
Gli indagati devono rispondere di associazione mafiosa, estorsione, usura e spaccio di droga. Secondo il gip Assunta Maiore è dimostrata la capacità del clan di «infiltrarsi nelle istituzioni, in particolare nell`ufficio tecnico comunale di Badolato». In particolare la Procura aveva anche chiesto la misura cautelare per il sindaco Giuseppe Nicola Parretta, che avrebbe avuto stabili legami anche economici con appartenenti alla cosca. Per il gip però, a seguito dell`esito favorevole della competizione elettorale, il primo cittadino sarebbe entrato in contrasto con il clan che pure aveva contribuito alla sua elezione. Parretta, in particolare, è accusato di avere fornito un contributo «concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell`associazione» criminale. Il sindaco, secondo quanto emerso dalle indagini condotte da carabinieri e polizia, sarebbe anche stato a cena, a Roma, insieme ad uno dei presunti boss della cosca. Parretta è stato rieletto, per il secondo mandato consecutivo, nel la tornata amministrativa del maggio scorso a capo della lista civica “La vela”. Il comune di Badolato è diventato famoso alla fine degli anni `90 come proprio e vero “laboratorio” di integrazione. Dopo uno sbarco di migranti, infatti, l`amministrazione dell`epoca decise di combattere lo spopolamento offrendo agli immigrati di stabilirsi nel borgo antico. Tutt`ora sono centinaia i migranti che vivono e lavorano nel paese.
Nell`inchiesta sono coinvolti anche professionisti e imprenditori. Tra questi spicca il nome di un noto imprenditore del settore nautico, Antonio Ranieri, posto agli arresti domiciliari. Quest`ultimo, secondo l`accusa, insieme adaltre persone arrestate oggi, avrebbe costretto i socidell`azienda Salteg di Modena, titolare del porto di Badolato,ad affidare a lui la gestione della struttura. Per costringere la società a cedere, alcuni affiliati avrebbero ancheprospettando una possibile guerra di mafia in caso di rifiuto.
Le indagini hanno fatto emergere come alcuni affiliati fossero a conoscenza delle attività delle forze dell`ordine. Accertamenti sono in corso per verificare la presenza di una “talpa”. L`eventualità della presenza di una talpa è rafforzata da un`intercettazione tra Maurizio Gallelli, considerato uno dei reggenti della cosca a Badolato, e il sindaco Parretta. È Gallelli a mettere in guardia il primo cittadino: «Nicola, ci sono bordelli… non pensare che non ti ho risposto… mi è arrivata “l`ambasciata”… che ci sono (sono pronti) mandati di cattura… che “vidde `u fascicolo”… più… i telefonici che mi intercettano». È uno scambio di battute che evidenzia la capacità della cosca di tutelarsi. Gallelli fa esplicito riferimento a «quello che ha visto il fascicolo» e che gli avrebbe fatto giungere «l`ambasciata», avvisandolo del fatto che «aveva il telefono sotto controllo» e che erano «pronti mandati di cattura». A cosa si riferiva? Probabilmente a un`informativa della polizia giudiziaria che risale al 2008. Un`ipotesi inquietante, sulla quale la Dda di Catanzaro è, ovviamente, al lavoro.
Anche quest`ultima operazione conferma il ruolo egemone del boss Vincenzo Gallace. Nell`ambito dell`operazione di carabinieri e polizia in Friuli è stato arrestato Alfredo Beniamino Ammiragli, di 46 anni, originario di Napoli e residente a Taranto. Ad arrestarlo sono stati gli agenti della Squadra mobile di Udine. L`uomo, titolare di una ditta di pulizie che lavorava all`interno di una grossa azienda della Bassa friulana, è stato posto ai domiciliari nell`albergo in cui risiedeva da una quindicina di giorni. Secondo quanto si è appreso, sarebbe stato coinvolto in un episodio estorsivo aggravato dal metodo mafioso ai danni di una ditta emiliana per i lavori di costruzione del porto di Badolato, risalente al 2008. (0020)

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