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Caso De Masi, muro a difesa dell`imprenditore

RIZZICONI Si alza il muro a difesa dell`imprenditore Nino De Masi, che ha annunciato la chiusura del suo stabilimento per essersi sentito abbandonato dallo Stato nella sua lotta contro l`usura e l`ag…

Pubblicato il: 03/07/2013 – 13:32
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Caso De Masi, muro a difesa dell`imprenditore

RIZZICONI Si alza il muro a difesa dell`imprenditore Nino De Masi, che ha annunciato la chiusura del suo stabilimento per essersi sentito abbandonato dallo Stato nella sua lotta contro l`usura e l`aggressività degli istituti di credito. Il titolare della “De Masi costruzioni”, in particolare, nonostante fosse stato dichiarato vittima di usura bancaria dal 2006 non è riuscito ad accedere ai fondi che la normativa prevede mettendo a repentaglio l`azienda che da anni combatte contro il malaffare in una delle zone più complesse sul fronte della lotta alla `ndrangheta. Una vicenda che è finita davanti al Parlamento a seguito dell`interrogazione della deputata grillina Dalila Nesci – firmata da 60 deputati di Cinque stelle – che chiede “lumi” sul complesso mondo del sistema del credito. Secondo la Nesci emerge «un quadro inquietante» in cui si sommano «tassi da usura, abusi, variazioni unilaterali dei contratti e perfino software contabili che risulterebbero alterati, stando a denunce penali in corso». L`interrogazione della grillina parte dalle gravi vicende di Antonveneta, poi la truffa dei Parioli e la scalata di Bnl da parte di Unipol, «con il problema – riferisce l’autrice Nesci – che il controllore Banca d’Italia è proprietà delle fondazioni delle banche controllate». Da qui la necessità individuata dalla Nesci di «modificare il sistema di vigilanza del risparmio privato e per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sui crimini bancari, che purtroppo sono tanti e pesano in maniera determinante, nel complesso diversi miliardi di euro, sulle economie e sulle vite degli italiani». E a proposito del caso De Masi, la parlamentare Cinque stelle definisce l’imprenditore calabrese «vittima di usura da parte di alcune banche «senza che lo Stato sia intervenuto con controlli efficaci e garanzie effettive a tutela dell’impresa, che non ha ancora ricevuto il mutuo antiusura, in spregio alle leggi e alle pronunce della magistratura». Sempre sulla vicenda De Masi è intervenuta la parlamentare del Pd, Doris Lo Moro che ha invitato l`imprenditore di Rizzicoli a «rinviare di alcuni giorni la sua decisione. La sua è una battaglia sacrosanta – ha detto – ed è comprensibile che la ponga in maniera perentoria ed urgente. Serve qualche giorno in più per porre in essere tutti gli strumenti e le azioni necessarie per far luce in maniera definitiva su questa vicenda, cercando di non creare ansia e panico nelle famiglie dei suoi dipendenti, oltre che nella sua». Per questo la Lo Moro, in una nota ha chiesto «di tenere duro ancora qualche giorno perché la sua battaglia è un esempio per la Calabria intera e non è da solo» e di «spostare la chiusura “per crimini di Stato” programmata della propria azienda al 20 luglio, anziché il 10 luglio come annunciato da De Masi qualche giorno fa». (0090)

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