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Rappoccio potrebbe tornare in consiglio regionale

REGGIO CALABRIA A meno che quello emesso dal Tribunale reggino presieduto dal giudice Andrea Esposito non sia un “provvedimento condizionato”, per Antonio Rappoccio potrebbero riaprirsi le porte de…

Pubblicato il: 13/07/2013 – 5:36
Rappoccio potrebbe tornare in consiglio regionale

REGGIO CALABRIA A meno che quello emesso dal Tribunale reggino presieduto dal giudice Andrea Esposito non sia un “provvedimento condizionato”, per Antonio Rappoccio potrebbero riaprirsi le porte del Consiglio regionale. Una rivoluzione, per il politico che nel giro di pochi mesi ha visto spalancarsi prima le porte della cella, quindi quelle della detenzione domiciliare.
Su istanza del suo legale, l’avvocato Giacomo Iaria, il Tribunale ha infatti dichiarato la cessazione delle esigenze cautelari, rimettendo in libertà il politico arrestato nell’agosto scorso per corruzione elettorale, associazione a delinquere, truffa e peculato. Una misura chiesta e ottenuta dal procuratore generale Francesco Scuderi – titolare del fascicolo dopo l’avocazione disposta dalla Procura generale – al termine delle indagini sul sistema nascosto dietro le tre presunte cooperative fantasma, per l’accusa non solo riconducibili a Rappoccio ma che sarebbero state costituite esclusivamente per alimentare la sua personalissima macchina elettorale.
Uno dei più vecchi trucchi della peggiore politica, eletto a sistema e convertito in «industria del consenso» – secondo quanto ha ricostruito l’inchiesta e nel tempo ha denunciato l’avvocato Aurelio Chizzoniti, subentrato al posto di Rappoccio in Consiglio regionale – che avrebbe irretito centinaia di giovani e meno giovani, con la prospettiva di un concorsone per 400 posti nel settore fotovoltaico rivelatosi infine fantasma. Circostanze che a Rappoccio sono costate un procedimento – tuttora in corso – mentre sul suo capo pende l’ombra di un’altra inchiesta nella quale è accusato di truffa e peculato, perché insieme al suo capogruppo dell’epoca, Giulio Serra, avrebbe gestito in maniera illecita oltre 70mila euro di contributi emessi dalla regione per il gruppo “Insieme per la Calabria”, presentando anche fatture e documenti palesemente falsi.
Tutti elementi che il Tribunale dovrebbe aver valutato nel decidere la scarcerazione del politico che adesso potrebbe bussare alle porte di palazzo Campanella, chiedendo – perché titolato a farlo – di essere riammesso. Stando ad alcune fonti, la norma prevede infatti che cessate le esigenze di natura cautelare, l’indagato possa rivendicare il reintegro nel “suo” scranno, a meno che il Tribunale non disponga – e opportunamente motivi – diversamente.
In alternativa, a impedire il ritorno di Rappoccio a Palazzo Campanella potrebbero essere quelle dimissioni che il politico non ha invece mai accennato a presentare. Un pasticcio che adesso potrebbe porre anche la maggioranza di Giuseppe Scopelliti, di cui Rappoccio – uomo forte dei Repubblicani nel Reggino – era parte integrante, di fronte a una matassa difficile da sbrogliare. (0020)

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