E Prestipino ritrova Pignatone e Cortese
Che il procuratore aggiunto Michele Prestipino Giarritta avesse intenzione di lasciare Reggio Calabria era cosa nota, ma la decisione della Commissione incarichi del Csm di indicarlo come procuratore…

Che il procuratore aggiunto Michele Prestipino Giarritta avesse intenzione di lasciare Reggio Calabria era cosa nota, ma la decisione della Commissione incarichi del Csm di indicarlo come procuratore aggiunto di Roma, ha stupito i più. Caduta la sua candidatura a procuratore capo di Reggio, il magistrato aveva infatti presentato domanda di trasferimento che i più davano per certo – e a breve – nella sede di Perugia. Una voce che circolava insistentemente anche prima che l’uragano Lo Giudice investisse Prestipino, accusato – assieme all’attuale procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e al sostituto Beatrice Ronchi, oggi a Bologna ma ancora applicata a Reggio Calabria per alcuni procedimenti – di avere “condizionato” la collaborazione del pentito, ormai da oltre un mese irreperibile. E forse anche per evitare che uno dei magistrati contro cui il collaboratore ha puntato il dito si ritrovasse a indagare su circostanze emerse in quello stesso memoriale che – fra gli altri – lo accusa, potrebbe aver convinto il Csm ad appoggiare la candidatura a procuratore aggiunto di Roma presentata tempo fa da Prestipino. Oltre ai magistrati reggini, in un memoriale fatto pervenire a Reggio Calabria dopo la sua sparizione, Lo Giudice ha lanciato anche pesantissime accuse contro il sostituto procuratore della Dna, Gianfranco Donadio, che lo avrebbe convocato per un colloquio investigativo durante il quale lo avrebbe indotto ad accusare persone a lui sconosciute. Circostanze che proprio i magistrati perugini stanno ora verificando e approfondendo . A Roma – come a Palermo e a Reggio Calabria – il procuratore aggiunto Prestipino tornerà a lavorare con Giuseppe Pignatone, di cui è lo storico braccio destro fin dai tempi della cattura del superboss di Cosa nostra, Bernardo Provenzano. Un’indagine su cui entrambi hanno messo la firma e sembra aver segnato le loro carriere, che da allora hanno sperimentato una rapida ascesa. E con loro, nella capitale, c’è anche l’investigatore che negli anni palermitani ha concretamente eseguito il blitz che ha portato alla cattura del superboss: Renato Cortese, oggi a capo della Mobile di Roma dopo esserlo stato di quella di Reggio Calabria. Nel giro di poco, i tre si potrebbero ritrovare a lavorare insieme. Nei prossimi giorni, la Quinta commissione provvederà infatti a completare la pratica corredandola delle motivazioni e procedendo all`acquisizione del concerto da parte del ministro della Giustizia. Subito dopo, il plenum potrà procedere al conferimento del nuovo incarico a Prestipino, cosa che quasi certamente avverrà entro il 30 luglio, ultima data di riunione del Csm prima della pausa estiva. Il Plenum infatti non dovrebbe incontrare alcuna difficoltà visto che la Commissione incarichi si è espressa favorevolmente con voti unanimi; il che, fanno notare ai vertici del Csm, contribuirà anche ad allentare le tensioni attorno alla Procura distrettuale di Reggio Calabria, tensioni delle quali si sta occupando la Prima commissione referente per via di alcuni atti trasmessi alla sua attenzione: tra queste anche la relazione del procuratore generale Di Landro sul “caso Lo Giudice” e sul “caso Cisterna”.