Bonaventura: «Le `ndrine volevano uccidere Giulio Cavalli»
La `ndrangheta voleva uccidere Giulio Cavalli. È stato il collaboratore di giustizia crotonese a rivelare il piano delle cosche calabresi per togliere di mezzo l`attore antimafia. Secondo quanto scri…

La `ndrangheta voleva uccidere Giulio Cavalli. È stato il collaboratore di giustizia crotonese a rivelare il piano delle cosche calabresi per togliere di mezzo l`attore antimafia. Secondo quanto scrive Davide Milosa su ilfattoquotidiano.it, l’ex consigliere regionale lombardo finisce nel mirino dei clan calabresi nella primavera del 2011. In quel periodo Cavalli – che ha rappresentato nei teatri l`arroganza delle `ndrine e il loro dominio al Nord – è già sotto scorta. «Tra aprile e giugno del 2011 fui contattato da emissari della ‘ndrangheta – ricostruisce Bonaventura –. Parlavano un italiano corretto, senza inflessione, dissero di essere vicini alle cosche De Stefano e Tegano. Mi chiesero di fare il finto pentito con un stipendio annuo da un milione di euro per screditare diverse persone, mi fecero i nomi di magistrati e politici». (0050)
Uno degli obiettivi principali era quello di distruggere Giulio Cavalli prima screditandolo ed evitare che venisse eletto, poi annientandolo fisicamente. Secondo quanto raccontato dal pentito, tra le modalità si scelse quella di un incidente: «Bisognava trovare qualcuno di basso livello che rubasse un camion, nella fuga poi si provocava l’incidente mortale, quindi il tizio si sarebbe dato alla fuga, solo in un secondo tempo sarebbe stato ucciso e seppellito. Mai e poi mai si doveva sapere che dietro c’era la ‘ndrangheta» senza farlo diventare un martire perché «quel Cavalli lì, mi dissero, è solo uno scassa minchia».
Un piano – secondo quanto sostiene Bonaventura – ostacolato dalla presenza della scorta. Ma – scrive Milosa – a fine agosto Giulio Cavalli potrebbe rimanere senza i suoi “angeli custodi”. (0050)