Manoccio: «Necessari nuovi modelli di integrazione»
«La presenza al Festival delle migrazioni del ministro dell`Integrazione Cécile Kyenge ci consente di discutere con lei per comprendere i percorsi che il governo Letta ha deciso di intraprendere in m…

«La presenza al Festival delle migrazioni del ministro dell`Integrazione Cécile Kyenge ci consente di discutere con lei per comprendere i percorsi che il governo Letta ha deciso di intraprendere in materia di integrazione, considerando che quanto sino ad ora è stato fatto rappresenta già un ottimo punto di partenza, senza dimenticare, però, che vi è la necessità di definire nuovi modelli di intervento nei casi di emergenza umanitaria, come accaduto tra il 2011 ed il 2013, alla luce dell’inadeguatezza del Progetto Ena».
Con queste parole il primo cittadino Giovanni Manoccio, annuncia la visita del ministro prevista per domani ad Acquaformosa, a conclusione della tre giorni che ha visto la Kyenge tra gli stranieri – in fuga da guerre e povertà – che hanno scelto la Calabria come nuova patria. La cittadina guidata da Manoccio si è distinta negli ultimi anni per aver accolto e integrato numerosi migranti. «I risultati del progetto Ena, – spiega il sindaco – fortemente voluto dal governo italiano nel febbraio 2011 con il fine di assicurare la prima accoglienza, gestire una migliore distribuzione sul territorio e provvedere all’assistenza dei profughi e dei migranti arrivati in Italia dal Nord Africa hanno evidenziato un`incapacità da parte dei soggetti istituzionali, di comprendere e programmare una reale azione politica di integrazione e tutela dei richiedenti asilo, i quali, fuggiti dal proprio Paese per ricercare un futuro differente, si sono visti “intrappolati in un limbo di burocrazia e disinteresse». È anche di questo che si discuterà domani e inoltre verrano proiettati i lavori delle due registe Cristina Mantis e Daniela Malatacca che mettono in evidenza l`esito negativo dei risultati del progetto Ena e al contrario i risultati positivi ottenuti con altri interventi di programmazione come gli Sprar. A tal proposito Manoccio prosegue: «Sul nostro territorio grazie all’impegno dell`associazione Don Vincenzo Matrangolo siamo riusciti ad avviare un percorso Sprar con oltre 15 posti finanziati e percorsi individuali che hanno permesso una positiva integrazione sociale, culturale e economica». Ma in Calabria, una terra penalizzata da molteplici fattori, ma anche favorevole per vicinanza all`aumento demografico di immigrati, è importante (oltre che imminente) l`attuazione di nuovi modelli di integrazione e una corretta programmazione in materia di emergenze umanitarie. «L’incontro – prosegue Manoccio – sarà l’occasione per evidenziare quale ruolo gli enti locali potrebbero avere e con quali esisti positivi, alla luce di quanto fatto sul territorio di Acquaformosa, dove per tradizione culturale l’accoglienza rappresenta una prerogativa umana e dove, per scelta politica il nostro essere “deleghistizzati” ci permette di intraprendere percorsi si solidarietà umana che nulla hanno a che vedere con le bassezze della strumentalizzazione politica».