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Se la Calabria “pesa” sul futuro del governo Letta

La vecchia scuola democristiana non tradisce mai, anzi “il mestiere” imparato in anni di militanza nella vecchia Balena bianca viene fuori sempre nei momenti decisivi. E così, in queste ore, il parla…

Pubblicato il: 26/08/2013 – 18:03
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Se la Calabria “pesa” sul futuro del governo Letta

La vecchia scuola democristiana non tradisce mai, anzi “il mestiere” imparato in anni di militanza nella vecchia Balena bianca viene fuori sempre nei momenti decisivi. E così, in queste ore, il parlamentare più ricercato dai cronisti politici è Paolo Naccarato, senatore calabrese candidatosi con la Lega grazie all`accordo tra il Carroccio e il movimento di Tremonti, membro del gruppo Grandi autonomie e libertà, allevato alla scuola politica di Francesco Cossiga. Contattato telefonicamente dal Corriere della Calabria, il senatore si dice «pronto a scommettere che Berlusconi non farà saltare il governo Letta per i suoi guai giudiziari», ma conferma che, se nel Pdl vincesse la linea di far saltare il banco, a quel punto a Palazzo Madama «emergerebbe una maggioranza silenziosa che potrebbe riservare a Berlusconi delle sorprese molto amare».
La maggioranza silenziosa sembra dunque pronta a fare da salvagente all`esecutivo delle larghe intese, ma Naccarato non vuole sentire parlare di manovre sotterranee né di totosenatori. Eppure, oltre a lui, c`è un altro “figlio” – adottivo – di Calabria che torna a giocare da protagonista e che potrebbe dare un dispiacere a Berlusconi, nel caso in cui il Pdl decidesse di voltare le spalle al governo Letta. Si tratta di Domenico Scilipoti, noto per aver salvato il Cavaliere quando proveniva dagli scranni di Idv che, adesso, sulla possibilità di togliere la fiducia all`esecutivo, manifesta più di una riserva. «La responsabilità viene prima di tutto – ha dichiarato oggi Scilipoti a Luca Sappino de l`Espresso –. Questo governo sta risollevando il Paese. Senza riforma elettorale – aggiunge il “responsabile” per antonomasia – e senza grandi riforme, andare al voto non cambierebbe niente, e si confermerebbe un`incertezza forse anche maggiore. Serve invece la Politica con P maiuscola». Dunque si può starne certi: tra messaggi sibillini ed esche ben mimetizzate, la necessità “maiuscola” manifestata da Scilipoti sarà tenuta in debita considerazione nelle stanze romane in cui si sta decidendo il futuro politico dell`Italia.

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