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L’area urbana non è solo metroleggera

Il dibattito politico che si è sviluppato in questi giorni (un argomento che funziona ad intermittenza?) è incentrato, riduttivamente e, forse, seguendo i canoni del becero e superato campanilismo, s…

Pubblicato il: 27/08/2013 – 12:39
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L’area urbana  non è solo  metroleggera

Il dibattito politico che si è sviluppato in questi giorni (un argomento che funziona ad intermittenza?) è incentrato, riduttivamente e, forse, seguendo i canoni del becero e superato campanilismo, sull’asse “metroleggera sì – metroleggera no”, quasi fosse una questione di sola dotazione infrastrutturale, omettendo, di fatto, tutto ciò che l’opera in termini di cultura dell’abitare contiene. Possibile mai che non si riesca ad uscire dal proprio “guscio” mettendo sul tavolo della discussione temi come: territorio e crescita, sviluppo delle aree interessate, processo di coinvolgimento territoriale? Che fine hanno fatto le buone intenzioni? Perché si vuole operare una sorta di ghettizzazione di alcune realtà urbane in favore di altre?
È chiaro che l’operazione è politica e va ascritta al “movimentismo elettoralistico” incomprensibile e fuori moda. I sindaci dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero hanno tentato più volte, con alterne fortune, di immaginare “il grande salto”, lavorando, cioè, per un coinvolgimento complessivo e alla pari di quella che da tempo viene definita area urbana. Un grande agglomerato in cui concorrono con pari dignità tutti i comuni interessati. Un progetto complesso, ma necessario che apra alle diverse realtà territoriali e nel quale il contributo di tutti è fondamentale. In quest’ottica, Castrolibero, riveste un notevole ruolo strategico: sia in termini geografici (territorio che unisce Cosenza e Rende), che per storia tradizione e cultura. È triste, quindi, constatare i malcelati tentativi, posti in essere da più parti, di una marginale considerazione che non trova alcun fondamento razionale.
Noi vogliamo andare oltre questa visione angusta e periferica che altri hanno del concetto di area urbana, perché riteniamo indispensabile ragionare sulle sfide che ci attendono e non “perdere” del tempo inseguendo i capricci di certa politica parolaia e inconcludente. Siamo interessati a discutere su come affrontare il futuro, nell’individuazione di nuovi percorsi per garantire i cittadini. a cominciare dai servizi minimi essenziali: rifiuti e tutela dell`ambiente, energia, trasporti, viabilità, servizio idrico). Questi sono i tempi veri e pregnanti, chi fugge da questa realtà proponendo asfittiche  analisi del nulla, mostra di non avere cultura dell’amministrare.
Ora, se questo è, allora litighiamo pure.
Addirittura c’è chi pensa che senza Rende non c’è  area urbana, ma com’è possibile? La cosa grave che anche il partito a cui appartengo sostiene questa tesi: assurdo! È la stessa organizzazione partitica che si dice addirittura “preoccupato” per i dubbi e le perplessità sul progetto del sindaco Mario Occhiuto senza rendersi conto che il consiglio comunale di Cosenza, su proposta del sindaco, ha già da tempo approvato – all’unanimità – un documento contenente possibili varianti migliorative al progetto e inoltrato agli uffici competenti della Regione Calabria!
A dimostrazione che è una questione ormai purtroppo superata e che dimostra ahimè, ancora una volta, che in assenza di proposte e contro-proposte valide, lungimiranti, veramente fruibili e soprattutto fatte in tempi utili, non si va da nessuna parte, anzi si rischia solo di confondere ancora di più iscritti e simpatizzanti.
È vero la metroleggera non ha la priorità in questo momento e chi sponsorizza l’imminente realizzazione della metro e ne sostiene la necessità non solo dimostra di essere poco lungimirante, fermo a un’idea attuale decenni fa, ma esprime la sostanziale incapacità di stare al passo con le esigenze di una mobilità realmente sostenibile. La realizzazione di quest’opera rischia di farci mancare per l’ennesima volta all’appuntamento con l’Europa. Cosenza si accontenterebbe di restare inchiodata sui binari di un tracciato ferrato di tipo lineare che va esclusivamente in una direzione (Nord –Sud) sacrificando – così – i bisogni di un’area urbana molto più vasta. E tutto questo mentre le città mitteleuropee, smart city, ragionano sui servizi di mobilità a basso impatto ambientale, accessibili e fruibili.
Pertanto, proprio da quei sindaci che nei proclami e nelle nomenclature dei nuovi assessorati si professano europei, ci aspettiamo posizioni coerenti e consequenziali.
Sarà necessario maturare una visione condivisa di sviluppo, integrare politiche e attori e il dialogo e il confronto dovranno essere il modello su cui costruire strategie di sviluppo favorendo, così, un equilibrio tra il momento politico e quello amministrativo.
L’idea cui auspichiamo è quella di abbandonare la politica delle iniziative puntuali incapace di affrontare la domanda di servizi e politiche provenienti da un ambito territoriale che non può e non deve più essere considerato come la mera sommatoria di due, o più,  territori comunali.
L’area urbana dovrà favorire un sentimento di identificazione e fiducia della comunità, stimolare la cultura del fare e del fare insieme, approcci basati sulla messa in rete degli interventi e dei soggetti che operano nei vari settori. A tal fine, propongo la convocazione di un consiglio comunale aperto in cui potere discutere liberamente e progettare l’area urbana che “davvero” vogliamo! (0070)

* presidente del consiglio comunale di Castrolibero

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