Il caldo “abbraccio” del Pdl catanzarese a Scopelliti
Il Pdl catanzarese ci è riuscito, da ieri il presidente Giuseppe Scopelliti ha qualche promessa in più a cui mantenere fede. Il governatore si è trovato sul palco di piazza Brindisi stretto tra i gen…

Il Pdl catanzarese ci è riuscito, da ieri il presidente Giuseppe Scopelliti ha qualche promessa in più a cui mantenere fede. Il governatore si è trovato sul palco di piazza Brindisi stretto tra i generali catanzaresi e con davanti qualche centinaio di militanti. Seduto tra il sindaco Sergio Abramo, l`assessore Domenico Tallini, l`ex presidente della Provincia Wanda Ferro, il consigliere regionale Claudio Parente e il senatore Piero Aiello alla sua prima uscita pubblica dopo il suo coinvolgimento nell`indagine antimafia “Perseo”. Un “abbraccio affettuoso” che è servito per una “spontanea” dichiarazione d`amore del presidente alla città dei tre colli. Così la nomenclatura catanzarese del Pdl da domani può portare all`incasso le parole di Scopelliti come fossero cambiali. A partire dal ruolo della città capoluogo come centro regionale per la sanità e la ricerca universitaria. La Fondazione Campanella, azienda Mater Domini, ospedale Pugliese saranno i pilastri, stando a quanto detto ieri sera, su cui si reggerà la salute dei calabresi. Il governatore addirittura si è spinto oltre: «Peccato ci sia il piano di rientro, questo è l`unico limite». Il sindaco Sergio Abramo e l`assessore Mimmo Tallini approfittano della disponibilità del governatore, impegnato a dimostrare di non essere «regginocentrico», e caricano sul piatto: la conclusione dei lavori della cittadella, il nuovo depuratore, l`ampliamento dell`impianto di Alli, il completamento del porto e lo stadio Ceravolo. Scopelliti si affanna a promettere e rassicurare: «I fondi ci sono, arriveranno». I due politici catanzaresi applaudono soddisfatti. «Io non mi genufletto – spiega Tallini – ma so essere riconoscente», Abramo gli fa la eco: «Scopelliti fa parte della mia squadra». Quando il presidente si accorge di essersi spinto forse troppo in là tenta di arginare l`entusiasmo dei padroni di casa: «Continuiamo a lavorare in sintonia, non nascondo che tante volte ce le siamo dette a muso duro, ma non era facile far passare questa sintesi in un gruppo dirigente. Il mio appello è ad abbandonare il campanilismo e a fare scelte strategiche. Non bisogna lavorare pensando solo al territorio».
Una volta ottenuta la pubblica promessa del presidente per il futuro del capoluogo, i generali catanzaresi lasciano il campo al governatore che può cambiare discorso e cavalcare i suoi vecchi cavalli di battaglia. I suoi nemici innanzitutto: la stampa faziosa che guarda solo al centrodestra e nasconde i misfatti del centrosinistra, la scomoda eredità della giunta Loiero, Legambiente che danneggia il turismo, le Ferrovie dello Stato e, naturalmente, i commissari che guidano il Comune di Reggio dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Il presidente concede anche le sue riflessioni sul futuro del partito. Pensa a «un polo dei moderati, che raccolga quanti si riconoscono nel Partito popolare europeo, in cui Forza Italia giocherà un ruolo di guida». Inoltre, ci tiene a far sapere quanto il partito calabrese sia tenuto in considerazione dai vertici nazionali. Per far capire racconta quanto avvenuto prima della manifestazione pro Silvio Berlusconi: «Due giorni prima mi ha telefonato Daniela Santanché dicendomi: “Peppe dovete riuscire a fare almeno 4 pullman”. Gli ho chiesto solo di darmi 24 ore. Il giorno dopo l`ho richiamata e quasi sveniva dalla gioia quando le ho detto che ne avevamo riempiti già sette». Ripropone la sua idea di legge elettorale con collegio unico, anche se, ammette: «In questo modo si espone il politico a un rischio elevato, girare per tutta la Calabria senza sapere quali mani si possono stringere».
Il finale è tutto dedicato alle vicende reggine che lo hanno visto protagonista. «Sono l’unico sindaco in Italia che deve rispondere in un tribunale penale di quello che ha fatto con il suo bilancio». Il commiato dalla piazza è uno spot elettorale: «Noi abbiamo le credenziali per riproporre il nostro impegno, nel 2015 consegneremo Aziende e settori che avranno un disavanzo minimo. Consegneremo ai calabresi una regione normale».