Agguato a Girifalco, utilizzato un mitra
Un lavoro da professionisti, per gli inquirenti ci sono pochi dubbi: chi ha ucciso Luciano Merlino ha agito con freddezza e precisione. Anche la scelta dell`arma sembra confermare le idee degli inves…

Un lavoro da professionisti, per gli inquirenti ci sono pochi dubbi: chi ha ucciso Luciano Merlino ha agito con freddezza e precisione. Anche la scelta dell`arma sembra confermare le idee degli investigatori. Il calibro particolare dei proiettili rinvenuti sul corpo della vittima fanno ritenere che sia stata utilizzata una mitraglietta. Un`arma probabilmente simile a quella utilizzata durante la guerra di mafia che ha insanguinato negli anni scorsi il vicino paese di Borgia.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del reparto operativo i due sicari sarebbero giunti sul luogo dell`agguato su una moto. Si sarebbero avvicinati a Merlino che si trovava in strada e avrebbero fatto fuoco. Almeno dieci colpi, una pioggia di piombo che non ha lasciato scampo. I militari dell`Arma per tutta la notte hanno raccolto indizi e testimonianze per cercare di risalire agli autori dell`omicidio.
Quel che appare certo è che il delitto sia maturato nell`ambito della criminalità organizzata. Induce a pensarlo non solo la dinamica dell`agguato ma soprattutto i trascorsi della vittima. Nato a Palmi nel 1967, Luciano Merlino aveva da poco finito di scontare una lunga pena detentiva per l`omicidio dell`imprenditore Rosario Sgrò maturato nell`ambito della guerra tra il clan Gallico e i Condello. Lasciato il carcere era stato raggiunto dal divieto di dimora nel suo paese d`origine e si era così trasferito a Girifalco dove ieri sera è stato raggiunto e trucidato. Una vendetta consumata a distanza di vent`anni oppure il tentativo di inserirsi negli affari nel Catanzarese, queste le due ipotesi che circolano negli ambienti investigativi.