La "religione" delle unghie finte Tra i fedeli c`è anche Caputo
LAMEZIA TERME Che la fashion addicted Tilde Minasi potesse essere “geneticamente” interessata alla diffusione delle unghie artificiali sulle mani di tutti i calabresi, era anche possibile metterlo in…

LAMEZIA TERME Che la fashion addicted Tilde Minasi potesse essere “geneticamente” interessata alla diffusione delle unghie artificiali sulle mani di tutti i calabresi, era anche possibile metterlo in conto. Ma che l`altero Giuseppe Caputo condividesse la stessa, irresistibile, passione per le french no, questo non poteva immaginarlo davvero nessuno. Eppure è così. Il baffuto e irreprensibile consigliere regionale del Pdl, proprio come la sua modaiola compagna di partito, è stato folgorato sulla via della decorazione fondamentalista delle unghie, forse anche irretito dalle affabulazioni di quella che appare ora come una nuova (e ancora tutta da scoprire) setta esoterica calabrese: gli onicotecnici. Cioè gli “artigiani” e teorici di un nuovo modo di concepire il rapporto tra l`uomo e le sue prensili estremità. Il dogma da seguire è perentorio e consta di pochi precetti: curare sempre le proprie unghie; pitturarle secondo i canoni consentiti dalla nuova Chiesa; estirpare le pellicine come fossero una comunità di valdesi; ostentare le proprie french in ogni occasione pubblica; proteggere sempre – anche a costo della stessa rottura degli “artigli” finti – i sacerdoti che li hanno applicati seguendo le liturgie consentite. Nelle religioni c`è sempre un richiamo ontologico rivolto alla difesa dei propri officianti. Gli onicotecnici devono essere allora tutelati affinché possano perpetuare, in saecula saeculorum, la loro missione spirituale: rendere più belle le mani delle donne, degli uomini, delle bimbe e dei bimbi; dei vecchi e dei mendicanti; dei ricchi e dei giovani; degli umili e dei potenti. Più pace e french per tutti, dice il profeta.
E a quell`incontenibile richiamo interiore ha deciso di rispondere anche l`apparentemente laico Caputo. Che lo scorso 24 giugno ha presentato in consiglio regionale una proposta di legge per la «disciplina dell`attività di onicotecnico». Un`ipotesi di enciclica di 8 articoli che, nel passaggio più saliente, recita testualmente: «I trattamenti eseguiti avvengono esclusivamente sulle unghie artificiali, lasciando inalterate le unghie naturali. Anche se la prima fase dell`attività di onicotecnico, consistente nell`applicazione della resina sull`unghia del cliente, potrebbe essere intesa come prestazione sulla superficie del corpo umano, in realtà non si determina alcuna modifica dell`unghia naturale, né si elimina o si attenuano eventuali inestetismi in quanto non si modifica la fisionomia del dito e dell`unghia, ma i trattamenti eseguiti si configurano semplicemente come un adeguamento dell`estetica ai canoni della moda corrente e del costume».
TRA FEDE E PLAGIO
Caputo è ormai un fervido adepto e con la sua fede dimostra che l`amore per l`onocotecnìa non è appannaggio delle sole donne. Ma c`è un peccato non di poco conto nel percorso spirituale del politico rossanese. Spulciando il suo progetto di legge, si nota come sia quasi identico a quello della sua consorella Tilde Minasi. L`articolazione dei periodi e delle parole, nel corpo del testo, è diversa, ma il messaggio e le disposizioni sono praticamente uguali. Solo per dirne una: anche la proposta del baffuto Caputo, come quella della glamour Minasi, prevede l`istituzione di un albo provinciale degli onicotecnici. Con un`aggravante: il disegno di legge dell`austero consigliere pdl è posteriore a quello dell`ex assessora al Comune di Reggio, che lo aveva depositato a Palazzo Campanella 5 giorni prima, esattamente il 19 giugno.
Il probo Caputo avrà mica copiato? O non sarà forse che la potente setta calabrese degli onicotecnici abbia dato disposizione precise, poi seguite alla lettera dai suoi seguaci nell`assemblea legislativa? Le congregazioni segrete – come la storia insegna – cercano sempre di emergere dal buio sfruttando le entrature e capacità dei discepoli. Che spesso, come nel caso di Caputo, lanciano moniti degni di un Savonarola irrimediabilmente e insospettabilmente votato alla causa delle unghie decorate. «Non si comprende il motivo – arringa il politico finalmente illuminato – che richiede agli onicotecnici la preparazione dell`estetista se, da un lato, quella preparazione non è necessaria per lo svolgimento della professione e, dall`altro, altre attività anche più invasive (si riferisce alla setta dei tatuatori, ndr) hanno una loro autonoma disciplina».
L`invettiva è lanciata. Ora spetta agli eretici del consiglio regionale emanare un editto che riabiliti finalmente l`attività professionale degli artigiani delle french. Nel frattempo, Caputo sta facendo di tutto, anche se in sordina, per far comprendere l`importanza di avere tutti french curate e il più possibile variopinte.
Durante l`ultima riunione del consiglio regionale, il rappresentante del Pdl ha attaccato duramente il governatore calabrese, “reo” di non aver fatto tutto il possibile per salvare il Tribunale di Rossano, a cui restano solo due anni di vita. La sua chiusura – ha detto rivolto a Scopelliti – «è uno schiaffo in faccia a te». Una metafora che, alla luce della nuova “rivelazione” avuta dal berluscones calabrese, appare chiaramente strumentale. Autrice delle percosse ideali: il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. Che ha belle mani e unghie performate. In fondo, Caputo è il gran maestro della pubblicità occulta. (0040)