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Berlusconi non farà cadere il governo

Caro direttore, da settimane sostengo con convinzione che il presidente Silvio Berlusconi non staccherà la spina al governo Letta, e sottolineo Letta perché egli è a pieno titolo uomo di Stato del no…

Pubblicato il: 16/09/2013 – 15:39
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Berlusconi non farà cadere il governo

Caro direttore,
da settimane sostengo con convinzione che il presidente Silvio Berlusconi non staccherà la spina al governo Letta, e sottolineo Letta perché egli è a pieno titolo uomo di Stato del nostro Paese! Lasciare libero sfogo all`irrazionalità è un lusso che non ci si può permettere e che farebbe crescere inquietudini e dissensi in modo incontrollabile. Dunque nessun Letta bis.
Non accadrà non solo perché rischierebbe di risultare un gran regalo ai suoi detrattori, avversari e nemici, ma soprattutto per ragioni di ordine interno, internazionale, istituzionale, politico, economico,  sociale, aziendale, familiare e perché no di sopraffina strategia politica.
Certo l`imponderabile è sempre dietro l`angolo per l`ineluttabilità di un epilogo amaro (frutto di un destino cinico e baro? ai posteri…!) ma io continuo a scommettere che non farà mancare il suo sostegno al governo. Anzi, con un geniale coup de théâtre come solo lui sa fare quando vuole riconquistare la scena con abilità e doti ineguagliabili dovrebbe rilanciare e dichiararsi pronto ad un patto di legislatura e far durare questo governo fino al 2018, consentendo di portare a termine un lavoro ampio e indispensabile di riforme, di rilancio e di riscatto dell`Italia, acquisendo così meriti speciali agli occhi della pubblica opinione interna ed internazionale ed imponendosi nel ruolo di statista che a quel punto nessuno potrebbe più contestare.
Se così non sarà avrebbero ragione quanti da settimane si esercitano nel prevedere cosa accadrebbe dopo il ritiro della fiducia al governo da parte del Pdl. Lo stillicidio di ipotesi impazza, io stesso ho ipotizzato la nascita spontanea di una “maggioranza silenziosa” che si manifesterebbe senza registi o regie solo al momento del voto sulla fiducia. Perché un voto ci sarebbe comunque, nella sciagurata e lacerante ipotesi di rottura delle larghe intese: infatti il presidente del Consiglio ha dichiarato ripetutamente che tutto avverrebbe alla luce del sole in Parlamento e ciascuno sarebbe chiamato ad esprimere un voto favorevole o contrario. E qui sta a mio giudizio l`inedita insidia.
Innanzitutto perché penso che non sarebbero pochi coloro i quali si troverebbero a fare i conti in perfetta solitudine solo con la propria coscienza. E` prevedibile dunque che in modo unilaterale, spontaneo e privo di qualunque tipo di contropartita diversi voterebbero la fiducia al Governo. Nessuna trattativa di alcun genere si svilupperebbe prima, anche perché il rigore etico e morale di Enrico Letta non lo consentirebbe.
Una novità clamorosa che metterebbe al riparo il governo da umori e ricatti e soprattutto non si tratterebbe, nel caso ottenesse la fiducia, di un «governicchio instabile e disunito sottoposto a ripicche o ricatti» per essere un voto di fiducia senza condizioni e legato esclusivamente all`esigenza di garantire stabilità e continuità all`azione di governo almeno fin al  2015. Ma perché no, a quel punto anche oltre se il mutare del quadro politico lo dovesse consentire.
Ci troveremmo in presenza del trionfo del «primato della coscienza» sull`opportunismo e la convenienza e già di per sé questa sarebbe una rivoluzione. Altro che poltrone di ministro – sottosegretari e quant`altro. Tutto ciò appartiene ad un passato irripetibile! Sarebbe follia per chiunque far riferimento ancora a quei tanto deprecati metodi ancor più dopo che gli italiani in un impeto di forte reazione hanno manifestato con il voto una radicale e definitiva avversione. Una sommossa morale si alzerebbe dal popolo ancor più impetuosa e seppellirebbe chiunque si azzardasse a ipotizzare posti di governo in cambio di voti di fiducia.
E del resto se «Dio perdona chi segue la propria coscienza», con un grande Papa come Francesco mi verrebbe da chiedere da cattolico peccatore «chi sono io per giudicare il senatore tizio che vota a favore della stabilità del governo del suo Paese giusto o sbagliato che sia?»
Il presidente Berlusconi ha sempre dimostrato di avere una marcia in più e di muoversi in un orizzonte ampio e si ricorderà, al momento della decisione, di San Tommaso Moro che questo è il tempo della «supremazia della coscienza, fedeli a Dio e allo Stato, cioè alla verità e alla giustizia».

*Senatore del gruppo Gal

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