L`ultimo desiderio, l`abbonamento del Catanzaro

Domenica a Lecce per il Catanzaro sarà una giornata particolare. L`avversario è fra i più ostici,  eppure i giallorossi calabresi giocheranno questa partita con una marcia in più. In palio non ci saranno solo i tre punti, ma la voglia di onorare la memoria di un tifoso scomparso prematuramente, protagonista di una di quelle storie che solo il calcio sa regalare. Pochi giorni fa un brutto male si è portato via Carlo La Forza 38 anni, sposato e padre di due figli. Un giovane napoletano che da bambino si era innamorato del Catanzaro. A raccontare la vicenda la Gazzetta dello Sport. Erano gli anni della serie A, di Palanca e di Ceravolo, la squadra degli “ultimi” che faceva tremare le grandi. Qualcuno ha scritto che in quegli anni il Catanzaro «non vinceva solamente vendicava l`orgoglio di un popolo di emigrati». Di questa storia Carlo si innamora perdutamente. Anche quando si trasferisce per lavoro a Milano, cresce, si sposa e le Aquile sprofondano nel baratro della C2, il giovane ingegnere napoletano non abbandona la sua passione. Nelle trasferte da Roma in su Carlo era una presenza praticamente fissa, l`ultima era stata a Prato nella primavera scorsa. Sui gradini degli stadi di mezza Italia cementa l`amicizia con i tanti catanzaresi che vivono lontano dalla Calabria. Sono proprio i suoi amici a raccontare e esaudire il suo ultimo desiderio. Nonostante la diagnosi fatale emessa a giugno, ad agosto Carlo chiama i ragazzi del club Massimo Palanca: «Voglio l`abbonamento, voglio l`ombrello (dono della società agli abbonati, ndr), la ricevuta, perché voglio che mio figlio sappia, quando me ne andrò, che suo padre tifava Catanzaro». Dalla Calabria l`abbonamento parte per Milano pochi giorni dopo, Carlo farà in tempo a stringere tra le mani quell`ultimo atto d`amore per la sua squadra. Muore domenica sera, poche ore dopo la prima vittoria stagionale del Catanzaro.
Sul frequentatissimo forum dei tifosi del Catanzaro, centinaia di ragazzi si stringono al dolore della famiglia, per un giorno intero si mettono da parte polemiche e discussioni su moduli e gol sbagliati. Ma gli amici fanno anche di più. Contattano la società, raccontano la storia di Carlo e della sua passione. Bastano pochi minuti e la decisione è già presa: le Aquile domenica ricorderanno il loro tifoso scomparso giocando con il lutto al braccio.  (0080)