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Spaccio a Catanzaro, i verbali tra lacrime e terrore

Una Catanzaro nascosta, che forse in molti non si aspettano. Nei verbali raccolti dalla Squadra Mobile c`è di tutto: droga, minacce, violenza. A squarciare il velo di omertà e paura è stata l`attenzi…

Pubblicato il: 24/09/2013 – 16:40
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Spaccio a Catanzaro, i verbali tra lacrime e terrore

Una Catanzaro nascosta, che forse in molti non si aspettano. Nei verbali raccolti dalla Squadra Mobile c`è di tutto: droga, minacce, violenza. A squarciare il velo di omertà e paura è stata l`attenzione di una madre. Si è accorta che da casa mancavano alcuni oggetti d`oro e circa 100 euro. Ha costretto il figlio minorenne a raccontarle la verità e a confermarla, poi, davanti agli investigatori della polizia. Il minore, tra le lacrime, ha rotto quel muro di silenzio. Ha spiegato che quegli oggetti in oro servivano per aiutare un suo amico. Un giovanissimo anche lui, aveva acquistato marijuana a credito ma al momento di saldare non era riuscito a onorare il debito. Per lui si erano così aperte le porte di un inferno fatto di disperazione e terrore. Quando i poliziotti lo chiamano in Questura con la voce rotta dal pianto spiega: «Io non vi posso dire niente perché quello mi uccide, ne sono sicuro». Solo grazie alla professionalità degli uomini della polizia il ragazzo riesce a trovare il coraggio per denunciare i suoi aguzzini. Il verbale viene interrotto continuamente, il giovane piange e trema raccontando le violenze fisiche e psicologiche subite. «Io mi sono trovato nei guai perché ho comprato marijuana da uno e poi non avevo i soldi per pagare. Una volta per solo 20 euro mi ha aggredito con una bottiglia, aveva una bottiglia in mano, eravamo al Conventino sopra i giardini, ha preso la bottiglia l`ha sbattuta a terra tenendola per il manico e poi me l`ha conficcata sulla pancia. Era verso dicembre, mi ricordo che era il periodo del mio compleanno a dicembre e per fortuna avevo un giubbotto pesante che si è lacerato e poi l`ho dovuto buttare perché altrimenti mia madre avrebbe sospettato qualcosa». Un`altra volta, invece, il giovane “boss” dei giardini di San Leonardo, Domenico Canino, aveva mandato il suo braccio destro Farid Hamdi: «Mi ha detto che Domenico mi mandava a dire che se entro poco tempo non avessi pagato il debito il coltello sarebbe diventato il mio migliore amico, sarei stato un tutt`uno con il coltello».
Il ragazzo non è l`unica vittima. In Questura vengono sentiti molti giovani catanzaresi. L`identikit è uguale per tutti, vengono da famiglie per bene, figli di impiegati, commercianti, professionisti. Arrivano a spendere 70 euro al mese per la marijuana, quando i soldi non bastano si fanno fare credito, sotto le minacce di Canino e il suo gruppo per rientrare dei soldi prendono gli oggetti d`oro delle madri, le collanine del battesimo e le portano nei negozi di “compro oro”. E quando non basta neanche quello sono costretti a chiudersi in casa, hanno paura anche solo di andare a scuola. Si ritrovano in un “gioco” più grande di loro. Un ragazzo poco più che diciottenne racconta: «Quando non potevo pagare lui mi chiedeva i soldi, una volta mi ha detto “vedi di portarmi i soldi sennò ti faccio passare i guai”». Tutti sapevano che le minacce potevano tramutarsi in fatti. Molti dei ragazzi sentiti dagli inquirenti sono stati, infatti, testimoni dell`aggressione subita da un altro giovanissimo in pieno giorno sempre ai Giardini di San Leonardo. Un pestaggio a colpi di bastone che è costato l`accusa di tentato omicidio a Domenico Canino. La vittima soccorsa e trasportata in ospedale per paura di ulteriori vendette aveva raccontato di essere caduto dalle scale, ma davanti agli agenti della polizia decide di svelare come si erano svolti davvero i fatti: «Effettivamente corrisponde al vero che nel periodo tra la fine dell`anno e quello in corso mentre ero di passaggio ai “giardini” sono stato aggredito da un tale Domenico. Non so con cosa mi abbia colpito sulla testa ma sicuramente non con le mani». Secondo quanto ricostruito dalla Mobile, l`aggressione era scaturita da una perquisizione effettuata dalle forze dell`ordine nella piazza di San Leonardo. Per Canino qualcuno aveva fatto la spia e doveva pagare. Una spedizione punitiva consumata a colpi di spranga in pieno giorno davanti a decine di testimoni, un modo per far capire a tutti fin dove poteva spingersi il gruppo di pusher. Solo il coraggio di alcuni ha placato la furia del branco: «Per fortuna tante persone si sono messe in mezzo altrimenti poteva finire molto male».
Come sottolinea il gip nella sua ordinanza i due arrestati seppur giovani possono vantare un notevole curriculum criminale. Canino già quando era minorenne è stato denunciato per danneggiamento e furto, poi compaiono segnalazioni per ingiurie e minacce a pubblico ufficiale, sequestro di persona in danno di minore e un arresto perché trovato in possesso di mezzo chilo di marijuana. Farid Hamdi, invece, il 22 giugno scorso è stato arrestato per tentato omicidio. La mattina del 17 giugno, infatti, aveva seminato il panico sulla spiaggia di Catanzaro Lido inseguendo armato di coltello due giovani catanzaresi e sferrando fendenti che solo per caso non hanno ucciso. E tutto perché era stato chiamato “Ronaldinho”. (0080)

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