Torna a Napoli il procuratore aggiunto Borrelli
Giuseppe Borrelli torna nella “sua” Napoli. Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato all`unanimità il trasferimento dell`attuale procuratore aggiunto di Catanzaro. Nel capoluogo campano…

Giuseppe Borrelli torna nella “sua” Napoli. Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato all`unanimità il trasferimento dell`attuale procuratore aggiunto di Catanzaro. Nel capoluogo campano svolgerà lo stesso incarico. Passeranno comunque alcuni mesi prima che Borrelli prenda possesso del suo nuovo ufficio. Palazzo dei Marescialli ha ritenuto di non stabilire l`anticipato possesso proprio per consentire al magistrato di concludere le importanti indagini in corso.
Borrelli è entrato in magistratura nel 1986 e ha sempre svolto la sua attività in territori caratterizzati da una forte presenza criminale. Dapprima a Napoli, dove iniziò mettendo a segno la cattura dei killer del giornalista Giancarlo Siani. Per oltre dieci anni da pubblico ministero è stato protagonista di una lotta senza quartiere contro i più efferati clan del Napoletano, in primis i Nuvoletta. Nel 2010 l`arrivo a Catanzaro come procuratore aggiunto. Nei tre anni di permanenza in Calabria sono stati assestati durissimi colpi alle più potenti cosche del Lametino, delle province di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. Indagini che hanno svelato gli inconfessabili legami tra criminalità organizzata e cosiddetta società civile. Di recente lo stesso magistrato aveva tracciato un bilancio dellla sua attività alla Dda di Catanzaro: «Per l`immediato futuro ci proponiamo di incassare i risultati di tre anni di investigazioni. Siamo in possesso di risultati investigativi che vanno ora tradotti in richieste, ma ciò deve essere fatto bene e senza fretta, perché il principio sul quale ci siamo mossi dall’inizio è stato quello di evitare “operazioni” che dopo venti giorni vedono gli arrestati ritornare in libertà, acquisendo, anche nei confronti della popolazione, un’aura di impunità ed ulteriore capacità di intimidazione. In questi anni ci siamo concentrati sulle organizzazioni di maggior potenza criminale per poi investigare sui rapporti della criminalità organizzata con la società civile, scoprendo le contiguità con l’imprenditoria e le professioni. Il principio che intendiamo affermare è che se si collude con i mafiosi non si può pretendere di essere poi trattati come non mafiosi».
Al procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli la redazione del Corriere della Calabria augura il meglio per il suo nuovo incarico, ringraziandolo per l`impegno profuso nella battaglia per la legalità nella nostra regione.