"Delle difficoltà di cassa avevo parlato con dirigenti e politici"
REGGIO CALABRIA Rimandata al prossimo 17 ottobre la chiusura dell’istruttoria al processo Fallara, il procedimento che prende il nome dalla dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabri…

REGGIO CALABRIA Rimandata al prossimo 17 ottobre la chiusura dell’istruttoria al processo Fallara, il procedimento che prende il nome dalla dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria morta suicida nel dicembre 2011, lasciando dietro di sé una voragine nei conti comunali dai contorni ancora non definiti, e oggi vede imputato l’ex sindaco Giuseppe Scopelliti, accusato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio e i revisori dei conti dell’epoca, Carmelo Stracuzzi, Domenico D`Amico e Ruggero Alessandro De Medici, accusati di solo falso. Complice l’assenza della consulente di parte, Anna Romeo, multata per il forfait con 450 euro di ammenda, e del dirigente Barreca, la cui notifica non è andata a buon fine, bisognerà attendere ancora qualche settimana perché – salvo richieste di integrazione istruttoria da parte della pubblica accusa o delle difese – possa essere avviata la discussione.
“LA FALLARA SI SENTIVA ESPRESSIONE DELL`AMMINISTRAZIONE”
Nel frattempo, sul banco dei testimoni, oggi è stato chiamato a rispondere alle domande del pm Sara Ombra e degli avvocati, uno dei dirigenti storici del Comune di Reggio, Marcello Cammera. A capo del settore Manutenzione negli anni in cui la Fallara guidava la Ragioneria, Cammera ha candidamente ammesso che “alcune delle imprese che svolgevano le opere si lamentavano per i mancati pagamenti. Venivano da me perché il mio ufficio emetteva i provvedimenti di liquidazione, ma poi dovevano essere resi esecutivi dalla Ragioneria. E noi non potevamo far altro che dire che i ritardi fossero una responsabilità della Ragioneria, perché da noi il procedimento era concluso”. Problemi che Cammera avrebbe sottoposto tanto alla Fallara – “mi diceva che c’erano problemi di cassa”, ricorda – tanto ai responsabili politici. “Delle difficoltà di cassa ne avevo parlato anche con altri dirigenti, come l’ingegnere Crucitti. Abbiamo posto il problema anche alla giunta, agli assessori, ai consiglieri delegati. Per quanto mi riguarda, ne avevo parlato con l’assessore Germanò, con il consigliere Flesca e con Sarica”, si lascia sfuggire Cammera, che con queste parole rischia di mettere nei guai quanti, fra i politici dell’epoca chiamati a testimoniare, sembravano letteralmente cadere dalle nuvole quando il pm chiedeva loro dei problemi di liquidità che già dal 2009 affliggevano Palazzo San Giorgio. Ma non sempre, aggiunge il dirigente rivolgersi alla politica bastava per far emettere i mandati di pagamento a favore dei tanti creditori: “Le soluzioni – afferma Cammera – arrivavano a singhiozzo, non per tutti”. Eppure, nonostante gli oggettivi problemi, Orsola Fallara è sempre rimasta al suo posto. Nonostante gli assessori si avvicendassero con una frequenza sospetta per la pubblica accusa, la potentissima dirigente del settore Ragioneria non ha mai visto vacillare il suo incarico fiduciario, più volte rinnovato dallo stesso Scopelliti. Nulla di anomalo per l’architetto Cammera, che giustifica i continui cambiamenti al vertice dell’assessorato “sia con il cambio di amministrazione, sia a causa delle diverse intese politiche all’interno della maggioranza”. Quello che il dirigente non può e neanche prova a negare è il ruolo da protagonista assoluta assunto dalla Fallara “lei aveva una forte personalità – sottolinea – quindi per lei avere o non avere l’assessore era la stessa cosa, perché continuava a gestire il settore Finanze. Riteneva che il suo ruolo fosse diretta espressione dell’amministrazione”. Un punto centrale del procedimento in corso, che dovrà stabilire se gli artifici contabili che portano la firma della dirigente della Ragioneria siano stati elaborati autonomamente o su mandato della politica.
LA CONTROPERIZIA DI VERMIGLIO
Decisamente più tecnica, la seconda deposizione programmata per oggi. Sul banco dei testimoni è stato chiamato infatti, il professore Francesco Vermiglio, ordinario di Economia aziendale all’Università di Messina, oggi chiamato a deporre come consulente di parte dei tre revisori dei conti. A lui, è toccato l’arduo compito di tentare di smontare la monumentale perizia sui bilanci del Comune che ha messo nei guai i revisori. Per gli ispettori infatti, i tre non potevano non essersi accorti delle anomalie e degli artifizi con cui è stato per anni maltrattato il bilancio comunale. Un’affermazione contestata da Vermiglio, per il quale a causa della complessità dell’ente e dell’enorme mole di dati da trattare, con la tecnica dei controlli a campione non sarebbe stato inevitabile scoprire le anomalie contabili poi riscontrate dalla Procura. “Che la tecnica di campionamento possa far emergere delle irregolarità è certo, ma che lo faccia sicuramente, no. I revisori – sottolinea – fondamentalmente hanno interpretato male il segnale, non ci sono delle omissioni nei controlli”. Inoltre, per il consulente, i tre non solo “non avevano carte a sufficienza per valutare”, ma in alcuni casi “non avrebbero potuto neanche riscontrare le irregolarità perché erano nascoste. Ad esempio, c’è il caso di numerosi mandati emessi e contabilizzati regolarmente che poi venivano spostati su un altro capitolo con una lettera della dirigente. Quella lettera non è un atto contabile, quindi poteva essere occultata”. Punto per punto, Vermiglio ha quindi tentato di indebolire la perizia che inchioda i revisori come corresponsabili dello sfascio del bilancio comunale.
IN AULA LA VOCE DELLA FALLARA?
Tutti elementi, che toccherà al tribunale presieduto da Olga Tarzia valutare insieme alla produzione documentale che la difesa di Giuseppe Scopelliti, rappresentata dall’avvocato Aldo Labate, ha richiesto di mettere agli atti. Su richiesta del legale, tra i documenti a disposizione dei giudici ci sarà anche il video dell’ultima conferenza stampa di Orsola Fallara, già presente negli atti di indagine, ma non ancora prodotto a dibattimento dal pm Ombra. Per i legali di Scopelliti, quel video contiene elementi importanti che il Tribunale deve poter valutare, non solo attraverso una trascrizione, ma esaminando anche il tono e la mimica che hanno supportato le pesantissime ammissioni fatte da Orsola Fallara in quel pomeriggio di dicembre. Sono questi motivi per cui l’avvocato Labate ha chiesto la proiezione in aula dell’intero video. Un’istanza che ha visto l’opposizione del pm Ombra, ma su cui il Tribunale si è riservato di decidere. (0020)