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Processo Gebbione, il pm chiede solo tre conferme

REGGIO CALABRIA Solo tre conferme, due assoluzioni e una profonda rideterminazione delle condanne: possono essere sintetizzate così le richieste avanzate dal pg Fulvio Rizzo al termine della sua requ…

Pubblicato il: 18/10/2013 – 16:09
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Processo Gebbione, il pm chiede solo tre conferme

REGGIO CALABRIA Solo tre conferme, due assoluzioni e una profonda rideterminazione delle condanne: possono essere sintetizzate così le richieste avanzate dal pg Fulvio Rizzo al termine della sua requisitoria al processo Gebbione, tornato in Corte d’appello per ordine della Cassazione. In linea con le disposizioni dei supremi giudici, che avevano salvato la contestazione dell’associazione mafiosa solo a carico dello zoccolo duro del clan che ruotava attorno a Michele Labate, il pg ha chiesto per lui una condanna a 13 anni e 4 mesi di reclusione, solo qualche mese in meno di quella rimediata in appello prima dell’annullamento deciso dalla Cassazione. Per tutti gli altri invece, da Rizzo è arrivata una richiesta di pesanti rideterminazioni.
È infatti più di un dimezzamento della pena in precedenza inflitta che Rizzo ha chiesto per David Fumante da condannare a sedici mesi e in precedenza punito con tre anni di reclusione e Oberto Alessandro Mirandoli, condannato a 5 anni prima dell’annullamento e per il quale oggi il pg ha chiesto 2 anni 5 mesi e 20 giorni più 800 euro di multa. Solo 1 anno e 4 mesi di carcere sono stati chiesti invece per Fabio Morabito e Angelo Caccamo che in precedenza ne aveva rimediati 4, mentre per Antonio Gaetano Caccamo, la richiesta è di 5 anni due mesi 20 giorni e 800 euro di multa, a fronte dei 6 anni e  6 mesi rimediati in precedenza.
Una condanna di fatto ridotta dei due terzi rispetto ai 5 anni rimediati prima dell’annullamento è quella invocata dal pg per Giuseppe Antonio Santo Canale, per il quale sono stati chiesti solo sedici mesi. Per Filippo Cassone, la richiesta è di due anni, a fronte dei 3 anni e dieci mesi rimediati in precedenza, mentre su richiesta del pg deve essere applicato lo sconto di sei mesi relativo all’indulto nella determinazione delle pene di Paolo Falcone e Annunziato Nato.
Per Rizzo inoltre devono essere assolti Paolo e Francesca Labate, in precedenza condannati a un anno e otto mesi. Per la pubblica accusa, alla donna deve anche essere restituita la salumeria All Piglet, divenuta nota per aver beneficiato dei fondi per il rilancio dell’offerta turistica messi a disposizione dal Comune di Reggio Calabria con il bando Carpe Diem.
Le uniche conferme chieste dal pg sono relative alle posizioni di Orazio Assumma, condannato a 3 anni 6 mesi, Angiolo Messineo e Pietro Pennestrì, entrambi in precedenza condannati a un anno e 8 mesi con pena sospesa.
Il procedimento oggi giunto per la seconda volta in appello nasce da un`inchiesta coordinata all`epoca dal sostituto procuratore della Dda Antonio De Bernardo, che ha stretto il cerchio attorno al clan Labate, storico clan egemone nella zona sud della città, fra i quartieri di Gebbione e Sbarre. Forti di una formale neutralità durante la seconda guerra di `ndrangheta, i Labate avrebbero avuto modo di costruire e consolidare la propria egemonia negli anni in cui le `ndrine reggine si contendevano, a colpi di agguati e omicidi mirati, il predominio della città. Una posizione di forza nella periferia sud di Reggio che ha resistito anche ai nuovi assetti che la pax mafiosa del `91 ha disegnato e che avrebbero regalato ai Labate la possibilità e il potere di estendere la propria influenza anche su importanti realtà industriali come le officine Omeca o la platea di lavaggio di Trenitalia, in mano ai Tegano, ma finita anche nell’orbita dei “Ti mangio” dopo il trasferimento nella zona di Calamizzi. (0090)

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