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«Sanità da terzo mondo. Basta giochi di parole»

«La baldanza del governatore Scopelliti nel dichiarare l`uscita dalla condizione di criticità per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza (Lea) non ha motivo di esistere. Si tratta, infatt…

Pubblicato il: 14/11/2013 – 15:21
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«Sanità da terzo mondo. Basta giochi di parole»

«La baldanza del governatore Scopelliti nel dichiarare l`uscita dalla condizione di criticità per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza (Lea) non ha motivo di esistere. Si tratta, infatti, solo del miglioramento dei flussi informativi, come specifica lo stesso commissario ad acta della sanità, e non del miglioramento dei Lea». È quanto si afferma in una nota del gruppo del Pd alla Regione.
«L`assistenza sanitaria in Calabria – aggiungono i consiglieri regionali del Pd – era e rimane da terzo mondo ed è ora di finirla con i giochi di parole, come se i calabresi non fossero in grado di capire la differenza tra il punteggio derivante dai flussi informativi e l`inesistenza dei Livelli essenziali di assistenza. L`obiettivo da noi perseguito non è quello di generare inutile allarmismo, ma quello di sollecitare interventi urgenti affinché i cittadini possano usufruire di quel minimo di assistenza sanitaria che è loro dovuta. E` un loro diritto, soprattutto in virtù del salasso fiscale che devono sostenere. Solo fino a pochi giorni fa i ministri partecipanti al Tavolo Massicci hanno manifestato il loro disappunto per la mancata attuazione della riprogrammazione della rete ospedaliera calabrese da parte di Scopelliti e per le inadempienze dei direttori generali».
«Alcuni ospedali che dovrebbero risultare chiusi – prosegue la nota – continuano a produrre schede di dimissione ospedaliera, dunque ricoveri e dimissioni. Queste gravi inadempienze incidono sullo sviluppo della rete territoriale e di emergenza in quanto consentono l`espletamento di funzioni improprie. Tutto ciò ha una ricaduta negativa sul resto della rete ospedaliera. Gli “screening” per l`individuazione precoce di malattie nella popolazione, pensiamo ai tumori, sono quasi inesistenti perché le risorse sono male utilizzate impedendo, di fatto, di garantire il diritto alla salute per i calabresi. Sono queste le cose che bisogna guardare quando si parla di Lea, non i flussi informativi. E soprattutto non si può continuare a sbandierare per buoni risultati, quelli che sono, invece, esempi concreti di cattiva gestione del settore sanitario». (0080)

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