Antisemitismo sul web Le accuse ai calabresi coinvolti
C`è tutto l`armamentario classico dell`antisemitismo, mancano soltanto i Protocolli dei savi di Sion (ma non si sa mai). E tanto odio razziale quanto basta per infestare il web. Le perquisizioni disp…

C`è tutto l`armamentario classico dell`antisemitismo, mancano soltanto i Protocolli dei savi di Sion (ma non si sa mai). E tanto odio razziale quanto basta per infestare il web. Le perquisizioni disposte dalla polizia postale e dalla Digos di Roma nell`operazione “Stormfront II”, però, vogliono capire se c`è qualcosa in più. E cioè quanto quelle minacce – molte delle quali rivolte al sindaco di Lampedusa – siano un pericolo.
In questo quadro – che parla di commenti antisemiti e fantasiose ricostruzioni dell`emergenza lampedusana – ci sono i “contributi” di tre calabresi. I primi due finiscono nel mirino della Procura di Roma perché «mediante l`inserimento di post sul forum di Stormfront Italia, diffondevano idee fondate sulla superiorità o sull`odio razziale ed etnico e incitavano a commettere atti di violenza e/o di provocazione alla violenza, per motivi razziali etnici, nazionali o religiosi». I due sono accusati anche di «diffamazione e minaccia aggravata ai danni del sindaco di Lampedusa, Giuseppina Maria Nicolini».
Giuseppe Antonio Minici, 24enne originario di Cinquefrondi, utilizzava il nickname “Evoliano”. Per lui, quel sindaco è «una nemica della nazione» e molto peggio. Oggi, quelle frasi su “Stormfront”, fanno di lui uno dei principali indagati nell`operazione.
Gli agenti, inoltre, hanno bussato alla porta di Gabriele Carletti, alias “Italicamente”, un 65enne che, da Crotone, non lesinava commenti sferzanti: il sindaco è un «folle» e l`informazione è alterata. Per lui RaiNews24 diventa RaiJews24 (jew, tradotto dall`inglese, significa ebreo) e gli italiani rimarranno «i più etnicamente fottuti», sempre per limitare il campionario delle offese. I nick pescano dal Pantheon fascista e nazista: ci sono i soliti riferimenti a Julius Evola e al Signore degli Anelli (povero Tolkien), qualche folgore qua e là e un “nomondialismo” che è un manifesto.
E poi c`è un video, “Il nemico occulto – un documentario sulla questione ebraica”, che – secondo gli investigatori – «riproduceva immagini finalizzate ad accusare gli “ebrei” della crisi economica mondiale, indicando alcuni di loro come titolare di ruoli apicali all`interno di banche e altre istituzioni». Un punto di vista un po` retrò e un po` nazista, la cui diffusione si è tradotta in una perquisizione per Leonardo Garritano (lo ha postato sul suo canale YouTube il 7 gennaio scorso), 33enne residente a Longobardi ma originario di Vibo Valentia. Anche a casa sua, gli inquirenti hanno cercato «documenti idonei a dimostrare condotte volte ad attuare forme di discriminazioni razziali, di incitamento alla violenza e diffamatorie». (0020)