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La meschineria della Regione ai danni degli lpu-lsu

Dal giorno della manifestazione degli lpu-lsu a Reggio Calabria, non riesco a darmi pace pensando agli eventuali scenari che matureranno nei prossimi giorni. Ho visto un consiglio regionale svuotato…

Pubblicato il: 16/11/2013 – 16:36
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La meschineria della Regione ai danni degli lpu-lsu

Dal giorno della manifestazione degli lpu-lsu a Reggio Calabria, non riesco a darmi pace pensando agli eventuali scenari che matureranno nei prossimi giorni. Ho visto un consiglio regionale svuotato e autoreferenziale, con “l’uomo solo al commando” che dà lezioni a tutti in un delirio di onnipotenza che svaria dall’enunciazione dei Derivati, al Piano di rientro nella sanità, alla Precarietà, ai mancati incassi dell’Irpef regionale, all’inadeguatezza dei parlamentari regionali. Eppure fuori dal Consiglio oltre 3000 lavoratori lpu-lsu chiedevano di essere trattati da esseri civili, chiedevano la dignità dopo oltre un decennio di lavoro presso gli enti pubblici, elemosinavano al presidente il pagamento delle mensilità pregresse. Ho visto gente disperata che ha bisogno di certezze, padri di famiglia esasperati, e alcuni, ormai certi dell’ennesima sconfitta. Ho cercato di rappresentare le esigenze di questi lavoratori sia all’interno del Consiglio che in piazza, spiegando loro come si stava svolgendo la riunione e poi esponendo, a tarda serata, i risultati della vertenza. Noi sindaci assieme ai lavoratori siamo le vittime predestinate di questa annosa situazione, saremo gli unici a confrontarci con loro a prescindere dai risultati che otterremo, sapendo che la strada è impervia e che il governo è sordo ad alcune richieste provenienti da territori in sofferenza come la Calabria. Pensate come sarà difficile spiegare ai tanti “ben pensanti” giornalisti, ministri, operatori economici, opinionisti, che la Calabria e questi Lavoratori hanno bisogno di certezze lavorative; pensate come sarà difficile spiegare ai ministri economici che è da 10 e più anni che questa gente lavora presso le pubbliche amministrazioni “in nero”, pensate come sarà difficile spiegare che molti Comuni rischiano la paralisi dei servizi perché negli anni questi lavoratori hanno supplito ai pensionamenti del personale, nel mio Comune i servizi di scuolabus, raccolta rifiuti, ufficio Ragioneria e ufficio Tecnico saranno paralizzati. Credo sia difficile ipotizzare che l’emendamento presentato dall`onorevole Ferdinando Aiello possa trovare accoglimento, anche se mi auguro che ciò possa avvenire. Allora l’unica soluzione rimane la mobilitazione e la presenza massiccia dei lavoratori e delle istituzioni a Roma, presidiando i luoghi dove si può ancora incidere e in cui possono essere decisi i destini di 5000 lavoratori, con la presenza della deputazione calabrese, dei sindaci, dei lavoratori e dei sindacati, rivivendo le battaglie degli anni 60-70 in cui i calabresi con le unghia e con i denti conquistavano il diritto di vivere e di lavorare in una terra difficile e complicata come la nostra. Non dobbiamo fare sconti a nessuno, basterà spiegare che ancora una volta gli unici investimenti nella Legge di stabilità sono indirizzati alle infrastrutture del Nord e che la nostra terra avrà sempre difficoltà a partire con un tale profondo gap che difficilmente sarà colmato e che vede la sua rappresentazione anche nelle tante precarietà istituzionali presenti. In ultimo credo che in questa vertenza bisogna dire le verità, non illudere nessuno e al contempo denunciare l’inadeguatezza di un governo regionale che rastrella due mensilità per gli lpu-lsu, sottraendoli ai servizi sociali della regione, compiendo un`altra meschineria. Ai colleghi chiedo di essere presenti in massa, a fronte di un aumento della tassazione locale, sia Tares, Irpef, Imu, Tares, Tasi, Tari, Trise e adesso Tuc…, si cerca il giusto nome come fosse un passo di danza, ma sempre dalle tasche dei nostri cittadini, andremo noi Sindaci ad infilare le mani, perché si cambia il nome ma non cambia la sostanza, con l’aggravante del peggioramento dei servizi offerti dovuto alla continua precarietà di questi lavoratori. Per questo la vertenza deve essere gestita univocamente e senza compromessi di sorta, ne va della nostra credibilità e di quella delle parti in campo. (0050)
                                                              *sindaco di Acquaformosa

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