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Calabresi i più "poveri" d`Italia (dopo i campani)

LAMEZIA TERME Se la passano peggio solo dalle parti di Napoli. Ma c`è poco da rallegrarsi, visto che il Pil dei calabresi è tra i più bassi d`Italia: 16.575 euro, contro i circa 16.400 del fanalino d…

Pubblicato il: 27/11/2013 – 14:03
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Calabresi i più "poveri" d`Italia (dopo i campani)

LAMEZIA TERME Se la passano peggio solo dalle parti di Napoli. Ma c`è poco da rallegrarsi, visto che il Pil dei calabresi è tra i più bassi d`Italia: 16.575 euro, contro i circa 16.400 del fanalino di coda Campania. Penultimi, insomma. La situazione diventa ancora più grave se si considerano i redditi da lavoro dipendente: 31mila euro, cioè ultimo posto in assoluto, con la Calabria preceduta da Molise (33.013), Basilicata (33.704) e Sardegna (34.580).
L`ultimo report Istat, che prende in esame gli anni dal 2010 al 2012, consegna un quadro impietoso sui conti economici della regione, distante anni luce dalle performance della “prima della classe”, la Provincia autonoma di Bolzano, dove il Pil pro capite raggiunge i 37mila euro, più del doppio rispetto alla Calabria. Come vivere in due Italie diverse.
Le differenze più evidenti riguardano le macroaree del Paese: in media, il Nord supera i 27mila euro di Pil per abitante, mentre il Sud non sfora il tetto dei 20mila. La situazione generale resta comunque difficile per tutti. Nel 2012, a fronte di una diminuzione del 2,5% del Pil a livello nazionale, tutte le aree del Paese hanno segnato un risultato marcatamente negativo. La flessione risulta particolarmente rilevante nel Mezzogiorno (-2,9%) e più contenuta nel Nord-ovest (-2,3%), con Nord-est e Centro in posizione intermedia (-2,5%). Tra le regioni dove il Pil ha subìto una maggiore contrazione ci sono Sicilia (-3,8%), Basilicata (-3,6%) e Valle d`Aosta (-3,5%), mentre la Calabria registra un preoccupante -3,2% rispetto al 2011. Un dato, quest`ultimo, che incide sui consumi delle famiglie, che nel 2012 calano del 4% al confronto con l`anno precedente. Il trend negativo della Calabria si innesta in un “sistema Italia” in perenne affanno. Nel corso dell`ultimo triennio – secondo l`Istat – il calo dell`occupazione ha interessato tutti i settori produttivi e solo in pochi casi, quasi sempre relativi ai servizi, «si rilevano risultati positivi a livello regionale».
Il contributo dell`agricoltura alla variazione complessiva dell`occupazione risulta negativo in tutte le regioni, così come quello dell`industria e del settore costruzioni, dove peggio di tutti fa il Mezzogiorno, con Calabria e Sicilia che subiscono una contrazione dell`1,7%, seguite da Basilicata (-1,9) e Sardegna (-2,1).
Con riferimento alle dinamiche del Pil, tra il 2009 e il 2012 il settore agricolo ha spesso esercitato un effetto traino, come avvenuto in Molise (+0,3%) e Basilicata (+0,2%). Ma in Calabria le cose stanno diversamente: con una flessione dello 0,2%, il comparto ha inciso negativamente sul Pil regionale. E lo stesso vale anche per il settore costruzioni (-1,6%). Non vanno meglio i servizi: la Calabria rientra tra le dieci regioni in cui il settore ha sottratto oltre il 2% alla variazione complessiva. (0040)

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