LAMEZIA TERME Quindici righe per spiegare i motivi della sue dimissioni. Luigi D`Elia ha evitato di perdersi in lunghi giri di parole e nella comunicazione inviata lo scorso 28 ottobre (subito dopo un vertice nella Capitale in cui il diretto interessato, assieme all`altro subcommissario Luciano Pezzi, aveva illustrato la situazione esistente in Calabria) al presidente del Consiglio dei ministri, ai ministri dell`Economia e della Salute e al governatore calabrese, ha disegnato uno scenario a tinte fosche per la sanità calabrese. Altro che «svolta impressa grazie al nuovo corso», come ama spesso ripetere Peppe Scopelliti. L`ex subcommissario è tranchant: «Nonostante i risultati cui si è pervenuti, anche di notevole rilevanza in alcuni settori, continuano a evidenziarsi nell`Ente Regione Calabria la mancanza di presupposti organizzativi e delle condizioni operative per l`esecuzioni del mandato subcommissariale». Non manca un atto d`accusa anche nei confronti della burocrazia calabrese. Scrive infatti D`Elia: «A quei pochi che hanno contribuito al mio lavoro, auguro di proseguire nell`azione». Gli unici «ringraziamenti» sono rivolti al dottore Francesco Massicci, uno dei dirigenti ministeriali con il compito di valutare la corretta attuazione del Piano di rientro dal deficit sanitario.
Fin qui, dunque, la comunicazione ufficiale di D`Elia. Ma ci sarebbe anche altro alla base della dimissioni del subcommissario che, nel frattempo, è stato sostituito da Andrea Urbani. Tutto ruoterebbe attorno al rilascio di nuove autorizzazioni sanitarie per le cliniche private. Di una in particolare: il “Marrelli hospital” di Crotone, di proprietà di Massimo Marrelli, marito della vicepresidente della giunta regionale Antonella Stasi. Il sospetto è stato avanzato dal consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi e dal deputato Nicodemo Oliverio, che sulla vicenda hanno presentato rispettivamente una dettagliata interrogazione a Palazzo Campanella e Montecitorio. Il caso nasce il 7 marzo scorso quando, con un decreto, il governatore e commissario ad acta alla Sanità Peppe Scopelliti dispone – scrivono Naccari e Oliverio – la riapertura delle concessioni per l`autorizzazione «alla realizzazione e all`esercizio sanitario di nuove strutture, ancorché in carenza di presupposto (definizione dei piani di riassetto delle reti)». Una scelta che i ministeri della Salute e dell`Economia bocciano subito. Ed è proprio sulla scorta del loro parere negativo che D`Elia esorta Scopelliti a fare un passo indietro. Il rappresentante del governo – ricordano Naccari e Oliverio – «invitava il dipartimento Tutela della salute a “predisporre, qualora non fosse stata già predisposta, una proposta di decreto con cui venivano sospesi i provvedimenti amministrativi regionali per il rilascio delle autorizzazioni sanitarie all`esercizio per le strutture sanitarie private, fino all`avvenuta realizzazione del piano di riassetto della rete ospedaliera, laboratoristica e di specialistica ambulatoriale”». Un appello caduto nel vuoto se si considera che «ad oggi di tale decreto, richiesto dai ministeri, non solo non esiste traccia» e che il governatore, il 9 novembre scorso, ha inaugurato, «insieme alla vicepresidente della giunta Antonella Stasi in Marrelli, il “Marrelli hospital”». Una struttura – sottolineano i due rappresentanti del Pd – dove «non è possibile effettuare alcuna attività, nemmeno a pagamento, proprio per mancanza di autorizzazione all`esercizio sanitario».
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