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“Eolo”, il pm insiste: «Tutti a processo»

Rinvio a giudizio per tutti gli indagati, è stata questa la richiesta del pm Carlo Villani al gup Abigail Mellace al termine della requisitoria nell`udienza preliminare scaturita dall`indagine “Eol…

Pubblicato il: 05/12/2013 – 17:01
“Eolo”, il pm insiste: «Tutti a processo»

Rinvio a giudizio per tutti gli indagati, è stata questa la richiesta del pm Carlo Villani al gup Abigail Mellace al termine della requisitoria nell`udienza preliminare scaturita dall`indagine “Eolo”. Il sostituto procuratore, in un`ora e mezzo, ha ripercorso tutte le fasi della maxi inchiesta sul business dell`eolico, sottolineando «le sacche di negligenza e inefficienza dell`amministrazione pubblica» e le responsabilità della politica regionale. Inoltre, il pubblico ministero ha sostenuto come le dichiarazioni dell`imprenditore Mauro Nucaro, indagato ma anche principale teste d`accusa, siano da ritenersi pienamente credibili. Si tornerà in aula il 18 dicembre quando la parola passerà al collegio difensivo.
Rischiano di essere rinviati a giudizio l`ex vicepresidente della giunta regionale e attualmente consigliere Nicola Adamo; il suo uomo di fiducia Giancarlo D`Agni, 52 anni di Cosenza, amministratore della Piloma srl, della Saigese spa e della Lo.Da; il dirigente di settore della Regione Calabria Carmelo Misiti 40 anni di Cinquefrondi; l`imprenditore Mario Lo Po 49 anni di Reggio Calabria socio delle società Piloma, Saigese e Lo.Da.; l`imprenditore Mauro Nucaro 42 anni di Terravecchia; Roberto Baldetti romano di 60 anni amministratore della società Tisol; il quadro direttivo della Erg Cesa Eolica, Giampiero Rossetti 56 anni di Roma.
Si sono costituite parte civile le associazioni Legambiente e Wwf e la Provincia di Crotone. Le indagini hanno avuto inizio nel 2006, quando la Procura di Paola dispose delle intercettazioni telefoniche nei confronti dell`imprenditore Nucaro, amministratore della società Cesp Calabria che opera nel settore dell`energia eolica. L`inchiesta è poi passata ai magistrati di Cosenza e infine alla Procura di Catanzaro. Proprio il lungo iter seguito dalle decine di faldoni che compongono l`indagine, ha portato al concreto rischio della prescrizione. Già un`ipotesi, quella relativa all`abuso d`ufficio, avrebbe superato il termine consentito dalla legge.

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