REGGIO CALABRIA La ‘ndrangheta arruola i baby mafiosi. Sempre più spesso i boss si affidano ai minori per gestire i loro affari criminali. È la denuncia lanciata quest’oggi da Mario Nasone, presidente della comunità Agape, davanti alla Commissione antimafia riunita a Reggio. Il fenomeno non è nuovo, «ma ultimamente ha avuto una preoccupante impennata nella nostra provincia», ha detto Nasone. Un osservatore privilegiato, visto che la sua associazione è impegnata da anni nel contrasto al fenomeno del disagio minorile e per assicurare forme di tutela nei confronti dei ragazzi che diventano “soldati” nella disponibilità dei clan.
«Diverse operazioni giudiziarie – ha spiegato Nasone davanti ai membri della Commissione – hanno riscontrato questa tendenza delle famiglie mafiose colpite da provvedimenti di carcerazione, che hanno delegato i figli anche minori a gestire i loro affari criminali. Il problema è stato segnalato con allarme anche dai vertici delle Procure e del Tribunale per i minorenni del distretto. Usando una metafora calcistica si potrebbe dire che quando mancano i titolari la ‘ndrangheta schiera i giocatori della Primavera, con il rischio per lo Stato che possano vincere la partita». Una tendenza che assicurerebbe alle cosche una sorta di “continuità generazionale”, garantita «da figli, picciotti e rampolli vari che costituiscono il loro vivaio dal quale attingono per riprodursi e garantire continuità alloro disegno criminale», ha aggiunto il presidente di Agape. Che alla Bicamerale ha avanzato alcune proposte, tra cui una normativa che permetta un intervento, tramite il volontariato e la cooperazione sociale, nei Comuni e nei quartieri ad alto indice di criminalità organizzata sui minori a rischio e programmi in grado di assicurare percorsi reali di uscita dai contesti di ‘ndrangheta.
Nasone ha inoltre chiesto che venga ripresa e migliorata la legge 216 del ’91, quella centrata sui primi interventi in favore dei minori a rischio di coinvolgimento nelle attività mafiose.
Per dare organicità a queste proposte, il presidente di Agape ha presentato un progetto, concordato con il Tribunale per i minorenni e l’associazione Libera, affinché la Commissione la presenti ai ministeri competenti. (0030)
x
x