Le larghe intese per “sterilizzare” Speranza
L`unica cosa certa è che il 30 dicembre prossimo alla guida del Comune di Lamezia Terme ci sarà un commissario prefettizio che assommerà le funzioni della giunta e quelle del consiglio comunale in at…

L`unica cosa certa è che il 30 dicembre prossimo alla guida del Comune di Lamezia Terme ci sarà un commissario prefettizio che assommerà le funzioni della giunta e quelle del consiglio comunale in attesa di nuove elezioni amministrative che si svolgeranno, probabilmente, a maggio accorpate a quelle per il rinnovo del Parlamento europeo. Giannetto Speranza, con buona pace dei suoi detrattori, interni ed esterni, non ha infatti nessuna intenzione di ritirare le sue dimissioni che, appunto, diventeranno operative il 29 dicembre prossimo, quando cioè spireranno i venti giorni che la legge mette a sua disposizione per un eventuale ripensamento. Non intende recedere e non recederà dalle dimissioni, Giannetto Speranza, perché ha compreso bene che la sua compagine non è assolutamente in grado di reggere la sfida. Chi lo ha messo al muro, infatti, non è il centrodestra ma la sua coalizione di centrosinistra con le tante defezioni, con l`ostracismo della deputazione del Pd calabrese, con l`atteggiamento politicamente infame mantenuto in questi anni dal commissario regionale D`Attorre.
Cade vittima delle “larghe intese”, il democratico Giannetto Speranza: il governo Letta si è spinto dove quello di Berlusconi non ha mai osato spingersi, con riferimento alle vicende calabresi. Non si può combattere una guerra quando non hai certezza di dove è veramente situato il fronte ed anzi devi badare a non soccombere di “fuoco amico”. Ma qui finisce la lettura politica delle “cose” di Lamezia Terme e si va ad aprire quella degli intrecci inconfessabili. Polemizzando con il parlamentare di Sel Ferdinando Aiello, che adombra poco nobili ragioni alla base del passaggio da sinistra a destra di alcuni consiglieri comunali, l`onorevole Pino Galati è spietato: «Non sta a me giudicare le motivazioni che hanno spinto i consiglieri di centrosinistra ad assumere questo atteggiamento nel corso degli anni, ma sicuramente questo rappresenta l`unico dato politico in grado di spiegare questa crisi perenne al Comune di Lamezia Terme».
Ci permettiamo di consigliare a Galati di informarsi meglio sulle ragioni di alcuni salti da una trincea all`altra. Magari chiedendo lumi, anche se sappiamo bene che il dialogo tra i due non è più agevole, al presidente del consiglio regionale Franco Talarico. È difficile credere alle coincidenze. Prendiamo il caso dell`avvocato Gianfranco Spinelli: nel 2010 viene eletto con il centrosinistra al Comune. Poi lascia per aderire a un gruppo autonomo e contemporaneamente suo cognato, l`avvocato Paolo Mascaro, propone la sua candidatura a sindaco del centrodestra nel bel mezzo delle polemiche sulla possibile soppressione del tribunale. Assieme a Spinelli, lascia il centrosinistra anche la dottoressa Elvira Falvo. Il suo è un divorzio che fa ancora più rumore visto che con Speranza è stata assessore e vicesindaco in quota Pd. Il cambiamento della sua fede politica migliora la sua caratura professionale, visto che appena comincia a votare insieme alla “minoranza” di centrodestra viene nominata primario facente funzioni di Nefrologia all`ospedale di Lamezia su decisione del direttore generale Mancuso, fortemente voluto da Franco Talarico.
Insomma, la politica sembra entrarci ben poco. Ancora meno c`entra poi con il tentativo di imporre al Comune il dissesto finanziario. Qui la cosa scivolerà inevitabilmente sul piano giudiziario. L`onorevole Galati è persona troppo accorta ed erudita per non comprendere che qualcuno dovrà pure porsi il quesito di come sia possibile far “fallire” Lamezia dopo aver caparbiamente operato per non dichiarare il dissesto a Reggio Calabria dove i commissari prefettizi, subentrati per lo scioglimento da inquinamento mafioso, ancora oggi non riescono a quantizzare l`entità della voragine finanziaria lasciata dalla gestione Scopelliti. Di più: sul come si sia realizzato il dissesto a Reggio si interroga anche la giustizia penale, visto che c`è un processo in corso sul “caso Fallara”, che vede imputato proprio l`ex sindaco Giuseppe Scopelliti. Certo, a Lamezia Giannetto Speranza non scarica sugli “infedeli” dipendenti le responsabilità, come invece usa fare il governatore. Tuttavia alcune cose Speranza le dice: «Con le mie dimissioni non è più in gioco il prolungamento del sindaco e della sua giunta, ma c`è solo la possibilità del Consiglio di votare tranquillamente dei provvedimenti utili per il futuro della città. Qui non ci sono scandali, ma ci sono stati degli errori che se gli uffici ci avessero comunicato per tempo avremmo potuto superare in altro modo». Il sindaco si assume la responsabilità politica ma evidenzia anche che «se fossimo venuti a conoscenza a maggio di questa situazione avremmo potuto fare come il Comune di Cosenza che ha varato un piano decennale di risanamento».
E qui torniamo alle “larghe intese” lettiane, già sperimentate nelle vicende delle Commissioni d`accesso ai comuni di Serra San Bruno e Rende e dell`Asp di Cosenza. Si fa strada, cioè, il fondato sospetto che il trattamento diverso, che significherebbe far pagare lacrime e sangue ai cittadini di Lamezia Terme, ha ragioni “politiche” individuabili nell`ormai smascherato tentativo di determinati ambienti di “sterilizzare” Giannetto Speranza rispetto a qualsivoglia tentazione di impegno politico. Residua un margine di dubbio: tutto questo è chiaro all`onorevole Pino Galati? Perché un conto è incassare il risultato politico di far cadere anticipatamente la giunta Speranza e puntare alla riconquista di un Comune che tuttavia quando è stato amministrato dal centrodestra (giova ricordarlo) ha conosciuto ben due scioglimenti per inquinamento mafioso. Altro conto è fare un favore a quei big (senza elettorato) del centrosinistra che odiano Speranza e vogliono sterilizzarlo. Anche perché un simile favore alle “larghe intese” ha un senso che tenti disperatamente di farlo Franco Talarico. Diverso sarebbe se il favore venisse invece da Galati che brucerebbe così la prima occasione per smentire Scopelliti laddove questi continua a far sapere che tra loro ci sarebbe un accordo in base al quale ha “autorizzato” Galati a stare con Berlusconi e non con Alfano.