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Cardiochirurgia, una storia infinita

Quanto si legge sulla stampa in merito alla nuova stesura del piano operativo sanitario 2013-2015 relativamente alla cardiochirurgia pubblica del policlinico di Catanzaro ci preoccupa molto. Tornereb…

Pubblicato il: 16/12/2013 – 15:25
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Cardiochirurgia, una storia infinita

Quanto si legge sulla stampa in merito alla nuova stesura del piano operativo sanitario 2013-2015 relativamente alla cardiochirurgia pubblica del policlinico di Catanzaro ci preoccupa molto. Tornerebbe in auge ancora una volta un tema tanto caro al governatore Scopelliti, che con il suo operato da commissario alla sanità regionale ha palesato il continuo tentativo di depotenziare e distruggere la sanità del capoluogo di regione.
Ancora una volta a tenere banco è la cardiochirurgia del policlinico universitario di Catanzaro, come fosse il vero male della sanità regionale. Dopo i vari decreti mossi più da interessi politici e campanilistici, che da ragioni tecniche e realmente utili al fabbisogno sanitario e sociale, il governo regionale intende rimettere in discussione l’importante specialità chirurgica, per trasferirla a Reggio Calabria.
L’opposizione in consiglio comunale di Catanzaro è riuscita in questi mesi a contrastare questa azione scellerata da parte del governatore con una serie di iniziative tra le quali un Consiglio comunale aperto.
Le motivazioni ufficiali del governo regionali sarebbero ora riconducibili a un insufficiente numero di interventi rispetto agli standard. Motivazioni, tuttavia che non tengono conto delle difficili condizioni nelle quali opera l’unità operativa catanzarese, che deve fare fronte ad una carenza di personale, la disponibilità di una sola sala operatoria e l’assenza di una terapia intensiva dedicata. Tutti elementi che chiaramente non agevolano la complessa attività della cardiochirurgia del policlinico di Catanzaro. Stesse motivazioni, tra l’altro, che non spiegherebbero come sarebbe possibile nel breve periodo incrementare il trend degli interventi trasferendo il presidio a Reggio Calabria. Ci sembra ridicolo e non in buona fede.
Siamo quindi sempre più convinti che dietro questa scelta non vi è alcuna motivazione clinica, ma esclusivamente politica e di campanile, solo per danneggiare l’unica Facoltà di Medicina della Calabria che dovrebbe essere un punto di riferimento e di forza per l’intera regione.
Vogliamo porre fine a questo tema. Il governatore anziché pensare alla chiusura della cardiochirurgia del Policlinico universitario di Catanzaro, dovrebbe semmai lavorare per potenziarla, eliminando tutte le difficoltà che oggi le impediscono di incrementare l’attività chirurgica a vantaggio dei soli cittadini.

*Consigliere comunale del Pd di Catanzaro

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