Il gran bazar del Natale catanzarese
È Natale, voltiamola in caciara! Sembra essere stato questo l`imperativo categorico che ha guidato l`amministrazione comunale di Catanzaro nell`adottare alcune iniziative che, riteniamo, avrebbero av…

È Natale, voltiamola in caciara! Sembra essere stato questo l`imperativo categorico che ha guidato l`amministrazione comunale di Catanzaro nell`adottare alcune iniziative che, riteniamo, avrebbero avuto come obiettivo aiutare i suoi cittadini a trascorrere un Natale sereno, radicato nei valori della tradizione, strappato allo sfrenato consumismo e per tale ragione godibile anche in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando.
Ne è venuto fuori un caos pacchiano, a metà strada tra sagra paesana modello “Cetto Laqualunque” e gran bazar tunisino. Il serpentone di tende che dovrebbe esporre il meglio della tradizione gastronomica e artigianale si apre con un trionfo di “botti” e luminarie “made in China”, giunte fin qui per via partenopea.
E devi subito scegliere se schivare la sinuosa tendopoli da centro di prima accoglienza, oppure la “Tradotta volante” carica di “bambini” settantenni, coppiette stanche e dei nuovi transumanti…
Insomma quello che in estate è il trenino del mare ora ha messo cappello rosso e pon-pon bianco, ritenendo ciò bastevole a sostituire la renna e trasportare nel magico mondo natalizio by Catanzaro.
E se ciò non dovesse bastare, ci penserà il pattuglione di suonanti babbi natale che percorre la dorsale dei “tre colli” fornendo il tocco principale a questo chiassoso, pacchiano e scoordinato affresco.
Non sono belli da vedere ma sentirli è anche peggio. Non certo per l`utilizzo che fanno dei loro strumenti a fiato, bensì per le musiche scelte: non è dato capire cosa c`entrino le marce militari con l`atmosfera natalizia e il richiamo alla pace che ad essa si chiederebbe. È invece è così: insaccati nei loro pigiamoni rossi e liberati per la via con un’unica consegna “fate quel che volete ma fatevi notare”, i nostri eroi si impegnano nel proporre la marcia di Radetzky e quella della marina militare, badando a virare, giusto verso la fine, su una versione a 78 giri della francescanissima Jingle Bell.
Purché se ne parli, avranno pensato ai piani alti del Municipio…