REGGIO CALABRIA Arriva dalla Corte dei conti la bordata che rischia di creare seri problemi al governatore Giuseppe Scopelliti. I giudici contabili hanno condannato a trecentomila euro di risarcimento danni l’ex sindaco di Reggio Calabria perché responsabile dell’acquisto dell’ex fabbrica per la trasformazione degli agrumi Italcitrus. Un’operazione già bocciata dalla sezione territoriale della Corte perché messa a punto a «prezzi spropositati, senza una valida argomentazione giuridica, e senza una effettiva volontà di utilizzarla».
Nel 2003 l’acquisto della fatiscente fabbrica di Catona – pagata all’imprenditore Emidio Francesco Falcone due milioni e mezzo di euro, dopo una perizia che stabilì che il valore dell’immobile era esattamente pari a quanto chiesto dal proprietario – venne definito necessario perché proprio lì avrebbe dovuto sorgere una fantomatica sede Rai. Ma nessuno da viale Mazzini si è mai trasferito in riva allo Stretto, tanto meno quell’immobile ormai in rovina, è mai stato destinato ad altro uso. Con il passare degli anni, la struttura – costruita in eternit – è stata lasciata a marcire, mentre le intemperie hanno portato alla luce l’anima di cemento e amianto che – stando ai progetti all’epoca annunciati – avrebbe dovuto essere rapidamente bonificata.
Un pessimo affare per l’allora giunta Scopelliti, ma soprattutto per l’allora sindaco che per quell’incauto acquisto nel 2009 è stato condannato dalla Sezione territoriale della Corte dei conti per un danno erariale di 1,3 milioni di euro. Denaro che – stando a quella prima sentenza – avrebbe dovuto restituire in solido con l’ingegnere Giuseppe Granata, autore della perizia che all’epoca stabilì il valore dell’immobile. Una pronuncia contro cui i due hanno fatto ricorso, chiedendo che fosse disposta una consulenza tecnica d`ufficio tenendo conto dello stato degli immobili, della situazione di mercato, della destinazione urbanistica del terreno e delle possibilità di sfruttamento edificatorio dell`epoca, al fine di determinare il valore dell`immobile all`epoca dell`acquisto, nel 2003.
Ma nonostante la prima sezione giurisdizionale centrale di appello della Corte dei conti abbia ordinato all`Agenzia del territorio un accertamento tecnico, la nuova perizia non ha salvato Scopelliti. Certo, il danno erariale che è condannato a pagare è nettamente inferiore a quello disposto in prima istanza dai giudici contabili, ma la condanna dell’operazione Italcitrus rimane come una macchia indelebile sul tanto decantato “modello Reggio”, che difficilmente si potrà lavar via. (0090)
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