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ARSENALE | Il silenzio del governatore: la Calabria è “cosa sua”

La notizia ufficiale, alla fine, la fornisce lui, il grande amicone di Scopelliti, Maurizio Lupi. Da ministro dei Trasporti si è assunto la gloria di firmare l’autorizzazione che mette Gioia Tauro, i…

Pubblicato il: 16/01/2014 – 16:56
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ARSENALE | Il silenzio del governatore: la Calabria è “cosa sua”

La notizia ufficiale, alla fine, la fornisce lui, il grande amicone di Scopelliti, Maurizio Lupi.
Da ministro dei Trasporti si è assunto la gloria di firmare l’autorizzazione che mette Gioia Tauro, i suoi cittadini-sudditi, le sue amministrazioni locali e il suo porto a disposizione dell’organizzazione incaricata di smaltire le armi chimiche siriane.
Tacciono, invece, il premier Enrico Letta, che manco ricorda più le sue vacanze calabresi ospite del suo amico Mario Maiolo, e il vicepremier Angelino Alfano, che da ministro dell’Interno ha detto sì a Gioia Tauro per evitare la più logica scelta di Augusta (situato in Sicilia, provincia di Siracusa, a un tiro di schioppo dalla sua città natale Agrigento), che oltre ad essere più vicina al Nord Africa è anche un porto militare, al contrario di quello di Gioia Tauro classificato esclusivamente come porto civile.
Silenzioso, anzi addirittura irreperibile fin qui è il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti che, è bene ricordarlo ai suoi genuflessi e smemorati sostenitori, mantiene per sé la delega alle “Politiche ed azioni per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro e delle conciate aree retro-portuali, industriali, intermodali e logistiche”. Così sta scritto sulla home page della Regione Calabria e bene hanno fatto a usare il termine, poco elegante ma a questo punto veritiero, “conciate aree retro-portuali”. Scopelliti sapeva tutto da tempo, almeno dal 9 gennaio scorso. Sapeva e taceva perché considera la Calabria “cosa sua”, della gestione della quale non deve dar conto a nessuno: ci riflettano gli uomini liberi che militano nel centrodestra calabrese. A tutto c’è un limite!
Oggi si è riunita la giunta regionale ma Scopelliti non era lì a presiederla, onere ricaduto sulle spalle dell’assessore anziano Pino Gentile, giacché anche la vicepresidente Stasi, solitamente sempre in prima fila a pontificare sul porto di Gioia Tauro (chissà se le strutture sanitarie del marito sono attrezzate anche per curare effetti da armi batteriologiche), era regolarmente assente. Ovviamente la giunta regionale, priva dei suoi vertici, ha discusso di tutto tranne che di Gioia Tauro e dell’arrivo degli arsenali chimici consegnati dalla Siria.
Ecco come alla prova dei fatti si rivela la “consistenza” del tanto proclamato amore per la Calabria e i calabresi. Viene negato ogni rispetto e stravolta ogni dignità: carne da cannone. Il punto, infatti, è proprio nella disinvoltura con cui Scopelliti agisce decidendo o lasciando decidere sulla testa dei calabresi e delle loro istituzioni locali.
In questo, purtroppo, non è solo: può contare anche sulla disinformazione quotidianamente elargita ai calabresi da media sempre più asserviti. Ignari del vecchio proverbio che vuole la calunnia capace di percorrere chilometri in una giornata ma la verità capace di raggiungerla e smascherarla in meno di un secondo.

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