Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 10:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Stralcio "Meta", parla Giardina

REGGIO CALABRIA Un posto di lavoro, sicuro, blindato in cambio di un consistente pacchetto di voti riferibile alle consorterie mafiose di Reggio e provincia: era questo l’accordo pre-elettorale che l…

Pubblicato il: 20/01/2014 – 19:57
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Stralcio "Meta", parla Giardina

REGGIO CALABRIA Un posto di lavoro, sicuro, blindato in cambio di un consistente pacchetto di voti riferibile alle consorterie mafiose di Reggio e provincia: era questo l’accordo pre-elettorale che l`ex consigliere comunale del Pdl, Manlio Flesca, accusato di corruzione elettorale e abuso d`ufficio aggravati dall`avere agito per favorire la `ndrangheta, avrebbe stretto con l’imprenditore Vincenzo Barbieri e la moglie di quest`ultimo, Vincenza Musarella. Sono queste le circostanze di cui i tre devono rispondere nel procedimento stralcio dell’operazione Meta, oggi al vaglio del Tribunale presieduto da Natina Praticò. Stando alla ricostruzione del pm Giuseppe Lombardo, in occasione delle amministrative del 2007, l`ormai ex pupillo dell`ex sindaco di Reggio Calabria, oggi governatore, Giuseppe Scopelliti si sarebbe speso per far assumere la Musarella nella società mista Reges, in cambio di 200 voti procacciati dai fratelli Domenico e Vincenzo Barbieri, espressione di una famiglia considerata in tutto e per tutto contigua alle `ndrine. E se il primo ha già incassato nel filone principale del procedimento Meta una condanna in appello a cinque anni e dieci mesi, il secondo è insieme a Flesca il protagonista dello stralcio oggi in discussione e che torna a esaminare quelle consultazioni amministrative del 2007 già finite al centro di diversi procedimenti. Un contesto ricostruito minuziosamente dal colonnello Valerio Giardina sulla base di intercettazioni telefoniche e ambientali, da cui emerge un quadro devastante. Quello dei Barbieri è infatti un appoggio «incondizionato» – sottolinea il colonnello – dettato non solo dalla volontà di ottenere un posto di lavoro per la moglie, ma soprattutto dalla necessità di avere un candidato di riferimento all’interno dell’amministrazione comunale. Allo scopo, Domenico Barbieri – afferma Giardina – si impegna addirittura a stilare una lista dei possibili elettori. Ma non si tratta di semplici cittadini. Il bacino elettorale in cui tanto Domenico Barbieri, come il parimenti attivo fratello Vincenzo, hanno intenzione di pescare le preferenze necessarie per far eleggere Flesca è quello delle `ndrine di Reggio Nord e della provincia, «legate a vincoli parentali e di affinità a molti votanti residenti nel Comune di Reggio Calabria». Nella lista dei Barbieri finiscono così i Creazzo e i Cambareri di Melia di Scilla, ma anche le famiglie di «Catona, Spontone, Concessa, San Giuseppe». Un impegno – aggiunge Giardina, sintetizzando le numerose conversazioni fra i due – che i fratelli Barbieri avevano all’epoca preso d’accordo con Michele Marcianò, un altro ex pupillo di Scopelliti – o almeno tale fin quando le traversie giudiziarie non ne hanno reso ingombrante la presenza – che in passato – stando a quanto gli stessi Barbieri affermano – avrebbe beneficiato un pacchetto di 150 voti procurati dall’imprenditore. Circostanze che non sembrano turbare per nulla l’allora aspirante consigliere, che – ascoltato dalle cimici dei Ros – non solo afferma di «essersi già recato ad Archi per cercare voti» ottenendo il sicuro appoggio di Pasquale Scarcella, imprenditore arrestato nell’ambito dell’operazione Vertice poiché ritenuto espressione del clan Condello, ma esplicitamente chiede a Barbieri quali siano le intenzioni elettorali di «compare Cosimo», al secolo il boss di Sinopoli, Cosimo Alvaro. Ma questo non è l’unico nome noto agli investigatori che finirà nella lista di “grandi elettori” di Flesca e Barbieri. Insieme a lui ci sono anche Roberto Morgante, nome noto della ndrangheta reggina, il capo locale di Catona, Santo Le Pera, così come Giovanni Siclari, all’epoca chiacchierato imprenditore, già indagato per associazione mafiosa, oggi imputato in altro procedimento come imprenditore di riferimento dei clan della città. Allo stesso modo, grazie ai Barbieri, finiranno nella lista dei sostenitori di Flesca, anche l’ex dirigente capo area del settore Urbanistico al Comune di Condofuri, l’ingegnere Francesco Viglianisi, e persino gli stranieri, come quel Redouane Fraoussy, lavoratore di origine marocchina, cui Domenico Barbieri – stando a quanto racconta al suo candidato, ascoltato dal Ros – avrebbe ordinato a brutto muso di procacciargli “almeno nove voti”. Preferenze cui – assicura all’epoca Flesca – si aggiungeranno quelle dei carabinieri della stazione di Catona, grazie all’appoggio del comandante dell’epoca, il maresciallo Carmelo Antonio Sberna. Un endorsement che stupisce Barbieri – sintetizza, quasi irritato, oggi in aula Giardina, ricordando le parole che Flesca ai tempi dell’indagine sceglie per rassicurare il suo interlocutore: «Sberna è uno… , ed uno serio ed io onestamente l`ho sempre favorito». Ma saranno le conversazioni successive, a urne ormai chiuse, a chiarire a investigatori ed inquirenti la ragione per cui i Barbieri tanto si erano impegnati per l’elezione di Flesca. È infatti a loro – ed in particolare a Vincenzo – che il politico riferisce tanto le turbolenze che inizialmente si registrano nella coalizione di centrodestra che si è affermata alle elezioni, in seguito messe a tacere con opportune nomine riparatrici, tanto i futuri assetti di Giunta. Ed è – sottolinea Giardina – con estrema soddisfazione – che Vincenzo Barbieri sembra accogliere la notizia che il “suo” candidato Flesca avrebbe continuato a ricoprire lo stesso incarico, con in aggiunta – stando alle rassicurazioni dell’allora sindaco, Giuseppe Scopelliti – la delega ufficiale per intrattenere i rapporti diretti con Acque Reggine e Multiservizi. Circostanze che puntualmente si verificheranno e che non potranno che far piacere ai Barbieri che con le loro società operavano proprio alle dipendenze dell’azienda Acqua reggine. Tuttavia, è proprio nell’ambito di quella conversazione – riferisce Giardina – che Barbieri farà riferimenti sibillini ed inquietanti, che sembrano prefigurare una ragnatela di contatti che va ben oltre il “suo” consigliere . A uno zelante Flesca, l’odierno imputato chiederà infatti prima se il Sindaco fosse a conoscenza di una non meglio specificata “faccenda”, quindi l’esito di una conversazione con l’allora city manager e braccio destro di Scopelliti, Franco Zoccali. Particolari cui oggi il colonnello Giardina è riuscito solo ad accennare, ma che in occasione della prossima udienza – ha anticipato il pm Lombardo – verranno debitamente approfonditi. (0090)

Argomenti
Categorie collegate

x

x