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Alta tensione, depone Eroi

REGGIO CALABRIA Per la Procura, il clan Caridi Borghetto Zindato non solo avrebbe vessato attività ed esercizi commerciali che ricadevano nel proprio feudo, ma avrebbero ramazzato a man bassa appalti…

Pubblicato il: 20/01/2014 – 23:04
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Alta tensione, depone Eroi

REGGIO CALABRIA Per la Procura, il clan Caridi Borghetto Zindato non solo avrebbe vessato attività ed esercizi commerciali che ricadevano nel proprio feudo, ma avrebbero ramazzato a man bassa appalti pubblici nel terzo settore grazie a professionisti compiacenti come l’ingegnere Domenico Cento. È questo il quadro ricostruito dall’inchiesta Alta Tensione – avviata dal pm Marco Colamonici e sostenuta in dibattimento dal pm Stefano Musolino – in merito al quale l’attuale presidente del consiglio provinciale Antonio Eroi è stato chiamato a riferire. Un’audizione inizialmente chiesta dalla difesa dell’ingegnere Cento, che si professa innocente e da sempre respinge ogni accusa, cui il politico si è dovuto – decisamente di malavoglia – sottoporre nonostante l’avvocato Giulia Dieni avesse in seguito deciso di rinunciare al suo contributo. Da lui, all’epoca presidente della circoscrizione Gebbione, ha voluto sapere come, in che modo e soprattutto per quali ragioni le associazioni “Amici per l`infanzia”, “Reggio Ok” e per “Sciabaduba” – tutte riconducibili all’ingegnere oggi imputato – si siano aggiudicate i bandi del Comune. Le domande si concentrano tutte sui progetti per attività ricreative rivolte ai ragazzi che negli anni sono state organizzate ai campetti di Viale Messina, nel cuore del rione Gebbione. Progetti affidati alle cooperative di Cento e che vedranno partecipare in qualità di allenatore di calcio anche l’attuale imputato Giuseppe Zindato. «A me hanno sempre detto che era una brava persona, una persona squisita – dice Eroi, rispondendo alle domande del pm –. Con lui – ribadisce più volte – non c’erano rapporti, lo conoscevo solo perché era allenatore ai campi di calcio di viale Messina. Non ho mai avuto grandi elettori – dice quasi piccato – e anche volendo non poteva votarmi perché era residente altrove». Allo stesso modo – afferma, nervoso, Eroi – quella con Cento non era che una conoscenza professionale. «Lui si occupava di progetti per bambini, l’ho incontrato a qualche convegno. Non ero in confidenza con lui quindi non so in che rapporti fosse con Comune, Provincia e Regione». Tanto meno, il presidente del consiglio sa dire in che rapporti fosse Cento con Zindato. “Qualche volte li ho visti insieme, ma non so se gestissero qualcosa”, ammette. Il confronto con il pm è serrato, Eroi si innervosisce non poco, ma l’istruttoria non fa passi avanti. Alle intercettazioni fra Cento e Zindato che sembrano fare riferimento a contatti con Eroi, il presidente del consiglio provinciale risponde con una lunga lista di non so, non ricordo, come nulla sembra ricordare dei problemi riguardanti il servizio mensa organizzato per quel progetto, poi affidato a una cooperativa che – stando alle domande del pm – sembrerebbe chiamare in causa l’ex assessore comunale all’istruzione – finito nella bufera e oggi ufficialmente incandidabile perché pizzicato al funerale di don Mico Serraino – Seby Vecchio. «Non so come si organizzassero per mangiare – afferma –. Io qualche volta ho portato delle pizzette, ma non so come si è risolto, se è stato deciso qualcosa al riguardo». Una risposta che non basta al sostituto procuratore Musolino, che da Eroi vuole sapere se il catering di quel progetto Cres che ha messo nei guai l’ingegnere Cento, all’epoca fosse finito in mano a un parente dell’ex assessore. Ma Eroi è un muro. «L`assessore Vecchio – dice aveva la delega all`Istruzione, quindi era un interlocutore istituzionale. Non so se avesse interessi sulle aziende». Nulla di più sembrano aggiungere le deposizioni dei tanti dirigenti e tecnici comunali del settore politiche sociali, chiamati a riferire tanto su quel progetto di viale Messina, come sull’attività professionale dell’ingegnere oggi imputato ma non per questo disoccupato. Stando a quanto riferito da più di un testimone, le sue competenze in materia di progettazione sarebbero così evidenti e apprezzate da renderlo tutt’ora – nonostante le pesanti accuse a suo carico – un interlocutore un consulente stimato per il Comune di Reggio Calabria. (0090)

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