Pd, è Canale l`alternativa a Magorno
LAMEZIA TERME Cercheranno fino all’ultimo secondo di convincere Luca Lotti che «no, quella di Ernesto Magorno non può essere la candidatura capace di rivoltare come un calzino il Pd calabrese». Al re…

LAMEZIA TERME Cercheranno fino all’ultimo secondo di convincere Luca Lotti che «no, quella di Ernesto Magorno non può essere la candidatura capace di rivoltare come un calzino il Pd calabrese». Al responsabile organizzazione del partito, i tre segretari provinciali di area cuperliana oggi formuleranno anche un’ultima proposta, una extrema ratio per salvare l’unità del partito: «Affidiamo a voi renziani l’onere e l’onore di fare un nome diverso da quello avanzato finora. Voi presentatelo e noi lo sosterremo». E se dovessero trovarsi davanti all’ennesimo diniego di Lotti, ai vari Luigi Guglielmelli, Michele Mirabello e Seby Romeo non rimarrà altro che prendere atto della situazione e imboccare la via del ritorno verso la Calabria.
Non senza un progetto in testa. Perché i tre segretari provinciali hanno già messo in preventivo che, davanti alla loro richiesta, Lotti potrebbe rispondere picche. Per questo motivo sono pronti a tirare fuori il progetto messo a punto negli ultimi giorni e suggellato da un pranzo, la scorsa domenica, celebrato a Serra San Bruno, a casa del deputato Bruno Censore. Attorno a una tavola imbandita come si fa per le grandi occasioni e gustando ottime pietanze, i vari Adamo, Bruno Bossio, Sulla, De Gaetano, Guglielmelli e Romeo hanno individuato in Massimo Canale il candidato giusto per la segreteria del Pd calabrese. A questo fronte andrebbe aggiunto pure Mario Oliverio (ma il condizionale è d’obbligo in questa fase), che pure avendo sostenuto Gianni Cuperlo alle primarie, non ha condiviso alcune scelte di quest’area soprattutto in riferimento al duello ingaggiato contro Matteo Renzi sul tema delle riforme costituzionali ed elettorale.
Tornando a Canale, a suo favore ha giocato sicuramente il dato anagrafico. È un giovane – è stato il ragionamento dei vari commensali – ma ha l’esperienza giusta (soprattutto dopo le battaglie condotte a Reggio Calabria contro il centrodestra di Peppe Scopelliti) per prendere in mano un partito che va ricostruito dalle fondamenta. Inutile provare a chiedere un commento al diretto interessato. Canale si è chiuso da giorni in un silenzio religioso e ai pochi con cui ha scambiato qualche battuta ha confidato che lui sarebbe disposto a ingaggiare questa sfida ma a patto che ci sia «dietro un progetto serio». Fuori da giri di parole, Canale avrebbe chiesto ampie garanzie sul reale impegno di eletti e dirigenti «perché non ho nessuna intenzione di buttarmi nella mischia per prendere una percentuale irrisoria. In questo senso ho già dato, e pure tanto».
Sulla discesa in campo dell’ex candidato a sindaco del centrosinistra della città dello Stretto ci sarebbe pure l’assenso di Pippo Civati, candidato per cui Canale ha votato alle primarie dell’8 dicembre. Il deputato brianzolo, con non poca fatica, avrebbe convinto pure i suoi referenti calabresi a seguirlo sulla scelta di Canale. Che mettendosi alla testa del partito sarebbe costretto ad abbandonare ogni tipo di ambizione personale. Tra le condizioni poste a Canale ci sarebbe infatti quella della rinuncia a candidarsi alle prossime competizione. Una misura pensata proprio per evitare quando successo nel 2008 con Minniti (candidato capolista alla Camera) e nel 2010 con Guccione (impegnato in prima persona alle regionali). Perché l’imperativo è sempre lo stesso: il Pd calabrese è come se non fosse mai nato e, dunque, ha bisogno di un segretario in grado di dedicarsi anima e corpo alla sua costruzione.