Vibo, reperti archeologici nel fango
VIBO VALENTIA C`è un`intera città finita sotto il fango. Una città antica, testimonianza di un`epoca ormai lontanissima, i cui resti sono stati rinvenuti alcuni mesi fa in piazza San Leoluca – propri…

VIBO VALENTIA C`è un`intera città finita sotto il fango. Una città antica, testimonianza di un`epoca ormai lontanissima, i cui resti sono stati rinvenuti alcuni mesi fa in piazza San Leoluca – proprio davanti al duomo di Vibo Valentia – e che oggi sono abbandonati alle intemperie senza alcuna cura. Ciò, come segnalatoci da un attento lettore vibonese, accade in attesa che i resti vengano ricoperti, perché a Vibo si fa così.
Pur essendo costruita su un vero e proprio tesoro archeologico che comprende tre epoche – greca, romana e medievale –, la città che fu una subcolonia magnogreca sembra destinata a lasciarsi la Storia sotto i piedi o, peggio, nel fango.
Non sono pochi i siti di interesse storico che Vibo nasconde e trascura. Fu Paolo Orsi, grande archeologo trentino, a scoprire, tra il 1916 e il 1921, le mura greche, il tempio ionico al Cofino, il tempio dorico al Belvedere Telegrafo e un tempietto di piccole dimensioni alla Contura del Castello. Molte delle sue scoperte, però, oggi sono cadute nell`oblio.
Da sotto l`asfalto che ricopriva piazza San Leoluca pare siano saltati fuori un pavimento a mosaico con strutture di età romana, resti di edifici di età greca, sepolture alto-medievali e una fonte battesimale tardoantica. Come di recente è successo – ironia della toponomastica – anche in via Cicerone, questi reperti verranno ricoperti, sacrificati sull`altare della scorrevolezza del traffico, del decoro urbano e delle ristrettezze finanziarie degli enti pubblici, gestiti da una classe politica incapace di reperire risorse adeguate a rendere fruibili questi beni e, soprattutto, pronta a risparmiare su tutto tranne che su se stessa.