In calo le intimidazioni agli amministratori locali
COSENZA L`unico dato positivo è che nel 2013 le intimidazioni ai danni di amministratori locali calabresi sono diminuite: 62 gli episodi registrati a fronte dei 106 dell`anno precedente. Il dato è il…

COSENZA L`unico dato positivo è che nel 2013 le intimidazioni ai danni di amministratori locali calabresi sono diminuite: 62 gli episodi registrati a fronte dei 106 dell`anno precedente. Il dato è il più basso dal 2002. A darne conto è l`annuale rapporto di Legautonomie, curato dal suo segretario Claudio Cavaliere, presentato oggi a Cosenza, nella sede regionale della Rai, alla presenza del viceministro dell`Interno Filippo Bubbico. Nel 29% dei casi gli atti intimidatori sono rivolti ai sindaci e complessivamente il 72% di essi sono stati indirizzati verso gli amministratori comunali. «I primi cittadini – sottolinea il presidente di Legautonomie Calabria, Mario Maiolo – sono lasciati soli a gestire le situazioni di emergenza, sono spesso l`unico punto di riferimento della popolazione. Basta guardare a quanto successo nelle scorse settimane a Strongoli dove ignoti hanno dato alle fiamme l`auto del vicesindaco. Nel comune del Crotonese la giunta formata per lo più da giovani sta indirizzando la sua azione di governo alla trasparenza e alla legalità. Diventa difficile agire però – aggiunge Maiolo che, tra l`altro, è anche consigliere regionale del Pd – se la principale arteria di collegamento è interrotta da mesi e il comune non può intervenire a causa della mancanza di fondi. Lo Stato dovrebbe far sentire maggiormente la sua presenza iniziando da piccoli interventi».
Non ci sono solo i sindaci lasciati soli a combattere la tracotanza dei clan. L`altro aspetto che emerge dal rapporto di Legautonomie è che la Calabria resta ai vertici della classifica italiana per numero di Comuni sciolti a causa di infiltrazioni mafiose: 9 nel 2013 (Siderno, Melito di Porto Salvo, San Calogero, Casignana, Montebello Jonico, San Luca, Ardore, Taurianova e Cirò) e 27 negli ultimi quattro anni. In buona sostanza, un Comune su dieci (12,5%) in Calabria è stato interessato da almeno uno scioglimento per mafia con punte elevatissime in provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Una situazione allarmante insomma. Che il titolo scelto per il l`ultimo rapporto di Legautonomie («La stanchezza dell`antimafia politica») riassume bene. Bubbico è convinto che un antidoto a questa situazione possa arrivare da una revisione del sistema di delega di poteri alle autonomie locali: «Troppi poteri concentrati nella figura del sindaco espongono lo stesso a condizionamenti. Bisogna ridare funzione e ruolo agli organi collegiali per garantire maggiore trasparenza nell`azione amministrativa e maggiore democrazia. Sarebbe necessaria una ulteriore riforma. Lo spoil system in Italia non sempre ha saputo dare risposte anche in termini di competenza dei dirigenti nominati dalla politica».
Un primo passo concreto potrebbe essere l`attivazione della Commissione parlamentare sugli atti intimidatori verso gli amministratori locali, la cui proposta istitutiva vede come prima firmataria la parlamentare calabrese Doris Lo Moro. Ma è una goccia nel mare dell`illegalità in cui la Calabria rischia di affogare. Lo ricorda anche Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme, da tempo impegnato in prima linea nella lotta alla `ndrangheta: «Servono azioni forti, coraggiose. La scorsa estate c`è stata una grossa operazione giudiziaria che ha interessato la mia città. Ora se dovessero essere confermate le voci su alcuni sviluppi dell`indagine, e se dovessero essere coinvolti politici che operano in consiglio comunale, io non esiterei un attimo a chiedere un loro passo indietro».
Il senatore grillino Francesco Molinari prende appunti. C`è del buon materiale da trasferire alla commissione parlamentare Antimafia.