Corigliano, le associazioni: costruiti edifici in zone a rischio idrogeologico
CORIGLIANO CALABRO Verificare eventuali responsabilità penali e amministrative per la realizzazione di edifici in zone a rischio idrogeologico nella cittadina dello Jonio cosentino. È quanto denuncia…

CORIGLIANO CALABRO Verificare eventuali responsabilità penali e amministrative per la realizzazione di edifici in zone a rischio idrogeologico nella cittadina dello Jonio cosentino. È quanto denunciato in un esposto dal Wwf, Legambiente Calabria e “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie Calabria” alle autorità competenti. In particolare le associazioni fanno presente, in una nota, che «ogni anno, puntualmente, a seguito di eventi piovosi anche non eccezionali, una vasta area del territorio di Corigliano Calabro è soggetta ad alluvioni causate da torrenti che aumentano sensibilmente la loro portata ed esondano – soprattutto nelle zone di foce – allagando diversi edifici e mettendo a serio rischio la vita di migliaia di persone. Queste condizioni – denunciano – si sono riproposte anche lo scorso novembre quando queste zone, come hanno riportato ampiamente le testate giornalistiche locali e nazionali, sono state sommerse da metri d’acqua e dove solo la casualità ha fatto sì che non ci siano state vittime».
Secondo le associazioni, «si tratta di zone che vengono definite dal Pai Calabria» come «zone a “rischio R4” (rischio molto alto) e, in minor misura, come zone a “rischio R3” (rischio alto)». Aree nelle quali, per i responsabili delle tre organizzazioni di volontariato, «come recita l’art. 21 delle Norme di Attuazione e Misuredi Salvaguardia (NAMS),“edificare è vietato dalla legge”, oltre a sottolineare che le zone “R4”, sono settori a rischio da alluvione dove “esistono condizioni che determinano la perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; gravi danni agli edifici e alle infrastrutture, gravi danni alle attività socio-economiche”».
Entrando nello specifico, le associazioni parlano di «discrasia tra l’entrata in vigore del Pai Calabria, nel 2001, e gli interventi edificatori – si tratta di ben 207 edifici – nelle zone R3 ed R4 avvenuti negli anni successivi e molti ancora in via di ultimazione, come dimostrano immagini satellitari». Da qui l`allarme lanciato dai responsabili del Wwf, di Legambiente e di “Libera” per una condizione che costituirebbe un «grave pericolo per la pubblica incolumità» visto che violerebbe «tutti i disposti normativi vigenti per la riduzione e prevenzione del rischio idrogeologico».
«Le associazioni – si legge nella nota –chiedono quindi di verificare e accertare quanto esposto, di rintracciarne le responsabilità civili e penali, e di procedere, data la grave emergenza di questi giorni, alle eventuali misure cautelari per l’incolumità pubblica». (0090)