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PRIMARIE PD | Se il partito si ricompatta nell`opposizione a Scopelliti

LAMEZIA TERME Come per ogni partita che si rispetti, a fine serata ognuno dei quattro dei candidati alla segreteria del Pd calabrese si dice soddisfatto di come sia andata. Un vero vincitore non c`è…

Pubblicato il: 03/02/2014 – 22:19
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PRIMARIE PD | Se il partito si ricompatta nell`opposizione a Scopelliti

LAMEZIA TERME Come per ogni partita che si rispetti, a fine serata ognuno dei quattro dei candidati alla segreteria del Pd calabrese si dice soddisfatto di come sia andata. Un vero vincitore non c`è, anche se il più incisivo è stato Bruno Villella, che ha sfruttato al meglio il suo ruolo di outsider. Ha giocato sull`effetto sorpresa e si è potuto permettere posizioni più nette rispetto agli avversari. E se il segreto di questi confronti è riuscire a stabilire un rapporto con chi ascolta, allora Villella (pur intervenendo per ultimo) è risultato il più disinvolto, parlando alla pancia dei militanti accorsi a Lamezia Terme: «Un partito come il nostro non può tacere per 8 mesi su una sconfitta così grande come quella che abbiamo patito alle ultime elezioni. Se siamo all`opposizione dobbiamo esercitare questo ruolo, non è possibile che l`opposizione a questo governo regionale debbano esercitarla solo qualche giornalista coraggioso». Questo è l`unico esercizio di autocritica in un confronto – a cui non era presente nessuno dei protagonisti dell`infelice notte di Capo Suvero che decretò il disastro elettorale del centrosinistra alle regionali del 2010 – che tutto sommato è filato via lungo i binari del fair play. «Perché – per dirla con le parole del renziano Ernesto Magorno – il nostro avversario da battere non è qui al nostro interno ma altrove e si chiama Scopelliti». Musica per le orecchie di Massimo Canale, uno che il governatore lo conosce per averlo sfidato più volte nel consiglio comunale di Reggio Calabria: «Bisogna costruire una linea politica alternativa al cosiddetto “modello Reggio”, di cui tutti abbiamo potuto vedere i risultati». E tuttavia l`ex candidato a sindaco della città dello Stretto raccoglie gli applausi più convinti quando si sofferma sulla necessità di avere un segretario del partito a tempo pieno «che abbandoni altre pretese». Ogni riferimento a quanto successo nel 2008 con Marco Minniti e due anni più tardi con Carlo Guccione è puramente voluto. Su questo terreno Mimmo Lo Polito, candidato dei civatiani, ha gioco facile ad affondare il colpo: «Abbiamo una credibilità pari alle zero. Se dovessi vincere io inizieremo una stagione di trasparenza. A partire dai bilanci del partito, che nessuno dice di conoscere». Magorno sul punto promette impegno e si spinge oltre: «Chiameremo i nostri iscritti a esprimersi sulle scelte importanti, compresa le scelte delle candidature. Mai più a imposizioni dall`alto». Qualcuno dal fondo sussurra: «Spiegatelo a D`Attorre». Ma Villella è ancora il più realista: «Non è solo colpa sua se abbiamo assistito a questo disastro. Diciamo che va rotto il cerchio magico che resiste attorno ai dirigenti più influenti».

L`ASSEMBLEA REGIONALE Gli unici spunti di polemica sono stati offerti dall`approvazione di modifica al regolamento che allarga da 180 a 300 il numero dei componenti dell`assemblea regionale del partito. Villella ha chiesto di conoscere i motivi della decisione. Gli ha risposto Salvatore Perugini, uno dei responsabili della commissione regionale per il congresso: «E` aumentato il numero dei collegi e di conseguenza anche quello dell`assemblea. Lo abbiamo fatto per dare la più ampia rappresentanza a tutti i territori». (0070)

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