NEW BRIDGE | I personaggi chiave del business globale
LAMEZIA TERME C`è materiale a sufficienza per un film. E chi ha letto la sceneggiatura di “The counselor” (“Il procuratore”, ndr), di Cormac McCarthy trova, nell`inchiesta che si snoda tra Italia e S…

LAMEZIA TERME C`è materiale a sufficienza per un film. E chi ha letto la sceneggiatura di “The counselor” (“Il procuratore”, ndr), di Cormac McCarthy trova, nell`inchiesta che si snoda tra Italia e Stati Uniti, tutti i personaggi chiave del business globale. I fornitori messicani, gli intermediari statunitensi, i compratori calabresi. Il traffico di coca tocca due continenti, il suo smercio e gli accordi che lo regolano usano come basi paradisi tropicali e luoghi da favola. Le tappe dei vertici dell`organizzazione scardinata oggi dall`Fbi e dalla Dda di Reggio Calabria sono New York, Miami, Nassau, Santo Domingo de Guzmàn: roba da jet set. A differenza del romanzo di McCarthy – nel quale un avvocato si lancia, per soldi, in un business criminale che non ha nulla a che fare con il suo mondo –, qui sono tutti a proprio agio.
Francesco, il rampollo della famiglia Ursino, clan egemone a Gioiosa Jonica, si trova benissimo a New York, dove può contare su appoggi e amicizie. Lì discute di affare a sei zeri e gli capita pure di incontrare un membro della famiglia Gambino – che negli Stati Uniti è sinonimo di Cosa Nostra. È un incontro cordiale: «Salutami tuo padre». Il padre di Francesco è in carcere e suo figlio cura gli affari transoceanici della famiglia.
Solo una variabile è fuori dal controllo: il lato americano dell`associazione è infiltrato dai federali. C`è un agente sotto copertura, Jimmy, che traffica insieme ai compari e li incastra uno ad uno. È da questo undercover che passano molti traffici. È lui stesso a trattare i primi piccoli carichi di eroina e gestire una parte della mole di email che prepara l`affare più grosso.
Quando il livello sale, Ursino scende in campo di persona. E gli inquirenti ne seguono gli spostamenti, gli incontri e le cene d`affari. Il giovane va negli Usa «per seguire in prima persona le trattative legate al traffico internazionale di droga». La meta è New York, dove si ferma per due settimane, dal 31 gennaio al 14 febbraio 2013; «durante la sua permanenza, come riscontrato e comunicato dagli investigatori dell`Fbi, ha partecipato a importanti riunioni».
In uno di questi incontri, ai quali partecipa anche un confidente dell`agenzia statunitense, Ursino dice che vorrebbe «trasferirsi in Canada per assurgere al nuovo ruolo criminale di responsabile per il proprio clan per la distribuzione di cocaina tra gli Stati Uniti d`America e il Canada».
Spiega ai suoi “soci” che presto andrà «nella Repubblica Dominicana, a Santo Domingo de Guzmàn, ove si sarebbe dovuto incontrare con un conoscente di origine italiana col quale “solidificare l`affare della cocaina”». `Ndrangheta e Cosa nostra si incontrano nello stesso pomeriggio «in un ristorante italiano di Brooklyn». Lì «Lupoi, Ursino e il confidente americano sarebbero stati raggiunti da Pietro Inzerillo». E in quella circostanza, questo trentenne rivela, in una sola cifra, qual è il peso della sua famiglia nell`economia globale della coca. E lo fa parlando ai commensali della «necessità di riciclare circa 11 milioni di euro, provento del traffico di stupefacenti». A cena si parla di un affare da undici milioni di euro: Scorsese prenderebbe nota. (0030)